Come si diventa Guardie Svizzere

«Compito della guardia non è un mestiere, ma una missione, non un lavoro, ma una vocazione», sono alcune delle parole con cui il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha salutato il giuramento delle 32 guardie svizzere pontificie, avvenuto come ogni anno il 6 maggio, anniversario della morte di 157 soldati elvetici che nel 1527 difesero Roma durante il sacco dei soldati Lanzichenecchi. Di questi 32, 24 sono di lingua tedesca, 7 francesi e un italiano. Il comandante Graf, nominato pochi mesi orsono e 35esimo nel suo ruolo, ha sottolineato tutta l’importanza della sicurezza, «vista la situazione di tensione internazionale». Giuramento che, come da tradizione, è avvenuto secondo il motto del corpo di guardia “Acriter et fideliter” (con coraggio e fedeltà), svolto nel cortile di San Damaso con la mano sinistra sulla bandiera e la destra alzata con le tre dita aperte, simboleggianti la Trinità. Oggi il corpo delle guardie svizzere pontificie conta 110 effettivi (5 ufficiali, un cappellano, 26 sottoufficiali e 78 soldati); le cariche più importanti sono quelle ricoperte dal comandante Christophe Graf, dal cappellano don Pascal Burri (rango di tenente colonnello), dal maggiore Lorenzo Merga, dal primo capitano Frowin Bachmann e dal secondo capitano Cyril Duruz.
La storia del corpo. Tacito, grande storico latino, scriveva che «gli Helvetii sono un popolo di guerrieri, famoso per il valore dei loro soldati». Deve avere avuto a mente queste parole Papa Giulio II, nato Giuliano Della Rovere, quando nel 1506 chiese l’aiuto dei mercenari svizzeri a difesa dello Stato Vaticano, al centro della polveriera italiana ed europea di quegli anni. Le precarie condizioni economiche in cui all’epoca vessava la Confederazione svizzera, avevano portato molti uomini, circa 15mila, ad offrire i propri servizi come soldati, mettendosi a disposizione di questo o di quel potente a seconda delle necessità di guerra, in cambio di una cospicua paga e privilegi commerciali. I primi a “sfruttare” questa opportunità furono i francesi con Carlo VII a metà Quattrocento. Visti i vantaggi ottenuti dall’alleato transalpino e lo spiccato senso d’obbedienza degli svizzeri, anche il Papa, nel bel mezzo delle guerre di religione, decise di arruolare questi soldati; così, il 22 gennaio 1506, 150 armati provenienti dal Cantone Uri agli ordini del capitano Kaspar Von Silenen, primo comandante, entrarono in Vaticano.

New Vatican Swiss Guards wear their uniforms and armors prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

Vatican Swiss guards march after a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome.(AP Photo/Alessandra Tarantino)

New Vatican Swiss Guards wear their uniforms and armors prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

New Vatican Swiss Guards wear their uniforms and armors prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

New Vatican Swiss Guards wear their uniforms and armors prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

New Vatican Swiss Guards line up prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

New Vatican Swiss Guards line up prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

Dominic Bergamin, left, a new Vatican Swiss Guard, is is kissed by his wife Joanne, prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)

Vatican Swiss guards march after a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome.(AP Photo/Alessandra Tarantino)

Vatican Swiss guards march on their way to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Vatican Swiss guards, one of them, left, holding up his right arm and showing three fingers to represent the Holy Trinity, attend a swearing-in ceremony, at the Vatican, Tuesday, May 6, 2014. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. The Vatican's Swiss Guards has sworn in 30 new recruits in a colorful ceremony in a Vatican courtyard. (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Dominic Bergamin, left, a new Vatican Swiss Guard, is helped fasten his helmet by his wife Joanne, prior to a swearing-in ceremony, at the Vatican, Wednesday, May 6, 2015. The ceremony is held each May 6 to commemorate the day in 1527 when 147 Swiss Guards died protecting Pope Clement VII during the Sack of Rome. (Ettore Ferrari/Pool Photo via AP)
Il Sacco di Roma. Il 6 maggio 1527 avvenne il sacco di Roma da parte delle truppe lanzichenecche di Carlo V: delle 189 guardie svizzere messe a difesa del Vaticano, se ne salvarono solamente 42 che scortarono Papa Clemente VII a Castel Sant’Angelo, passando da un corridoio segreto comunicante con la residenza ponitificia. La guardia papale venne sostituita da soldati lanzichenecchi, ma Clemente VII riuscì ad ottenere la possibilità di aggiungervi i 42 sopravvissuti (ma per odio verso il nemico accettarono soltanto in 12). In memoria del sacrificio delle 157 guardie, il giuramento si svolge ogni anno il 6 maggio, davanti alle principali personalità religiose del Vaticano. Dopo il 1870, all’indomani della breccia di Porta Pia, Papa Pio XI licenziò definitivamente quello che era stato nei secoli l’esercito pontificio, mantenendo unicamente come personale difesa le guardie svizzere (che durante l’assedio avevano difeso il Papa nei suoi alloggi). Da quel momento in avanti il compito delle guardie svizzere è quello di garantire l’incolumità fisica del Santo Padre e la sicurezza dei palazzi del Vaticano e di Castel Gandolfo. I compiti complementari sono «accompagnare il Santo Padre durante i suoi viaggi e proteggere il Collegio dei Cardinali quando la Sede Apostolica è vacante».
L’uniforme. Il modo di vestire tipico delle guardie svizzere ha origine dagli affreschi di Raffaello presenti nelle stanze Vaticane, dove viene ritratto Giulio II assieme ad alcuni dei suoi soldati. Gli armati portano ampi calzoni corti fino al ginocchio e il farsetto che arriva fino al bacino, il copricapo era il morione, casco di metallo sormontato da un’alta cresta con le estremità appuntite volte verso l’alto. La divisa venne disegnata, ad inizio XX secolo, dal comandante Jules Repond, e non da Michelangelo come la vulgata vorrebbe (vista la sua presenza a Roma durante il giuramento del 1506), che, ispirandosi agli affreschi di Raffaello, sostituì l’elmo con l’attuale basco (il morione è utilizzato ancora in appuntamenti ufficiali), aggiungendo un colletto bianco. I colori blu e giallo appartengono alla famiglia Della Rovere (di Giulio II), mentre il rosso era il colore della famiglia Medici (di Clemente VII). Durante il periodo di formazione, presso la scuola delle reclute, la divisa utilizzata è di colore blu con colletto e polsini bianchi. Nelle occasioni ufficiali di “gala”, come durante le cerimonie pasquali e natalizie, viene indossata una corazza del XVII secolo, guanti bianchi e morione argenteo con una piuma di struzzo (rossa per alabardieri e sottufficiali, viola scuro per gli ufficiali e bianca per il sergente maggiore e il comandante). Tutte le divise vengono confezionate interamente e su misura dal sarto ufficiale Ety Cicioni, che impiega circa 30 ore a mettere assieme i 156 pezzi di tessuto.
Le condizioni per diventare guardia. Le caratteristiche per poter entrare nel corpo di difesa del Papa sono molteplici. Occorre infatti avere alcuni requisiti quali:
- essere maschio e di età compresa tra i 18 e i 30 anni;
- essere cattolico praticante;
- avere cittadinanza svizzera;
- essere alti almeno 174 cm;
- godere di buona salute (saranno sottoposti a test fisici e psicologici);
- aver svolto la scuola di reclute nell’Esercito Svizzero (la scuola reclute delle Guardie ha una durata di circa cinque settimane e la lega obbligatoria dura due anni);
- avere una reputazione irreprensibile;
- avere almeno tre anni di studi (o una formazione professionale di due anni);
- per potersi sposare occorre avere almeno 25 anni, aver servito per almeno tre anni e farlo per i successivi tre, aver raggiunto almeno il grado di Caporale.
Indiscrezioni dicono che lo stipendio medio di una guardia svizzera si aggiri intorno ai 1.800 franchi al mese con vitto ed alloggio inclusi.