Serve poco cercare di prolungarlo

Quanto è la durata dell'amore (e non parliamo di sentimento...)

Quanto è la durata dell'amore (e non parliamo di sentimento...)
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Tempo massimo: 7 minuti. Talvolta anche meno, almeno quando si parla di questioni di letto e di serate hot. Poi torna la pace dei sensi che lascia il sapore, si spera, di (pochi) momenti intensi, di valore. Si concluderebbe così in 420 secondi, preliminari esclusi, la passione del maschio, dunque anche degli ‘Italian latin lover’, secondo uno studio pubblicato sulla rivista European Urology. Oltre questo tempo, in eccesso o in difetto, il sesso infatti farebbe male. Alla salute si intende.

 

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L'oggetto dello studio. Sette è il numero perfetto dell’amore. Anche gli italiani focosi se ne devono fare una ragione: la loro virilità e potenza fisica si misura in pochi minuti; e non è certo questione di poca prestanza fisica, mascolinità in calo o ogni altro aspetto che possa inibire il maschio. Piuttosto per il fatto che, secondo gli esperti e i dati di uno studio (denominato "Pause", nome che già la lascia intendere) condotto su oltre 10mila maschi reclutati da vari centri internazionali, tutti sottoposti alla prova dell’amore, sette - senza contare i preliminari sui quali invece si può giocare molto più a lungo - sono i minuti fisiologici dell’amore. Quelli cioè in cui il maschio può dare il meglio di sé, senza nuocere alla propria salute, e non solo sessuale. Fare di tutto per prolungare un rapporto, usando cioè alcuni stratagemmi come ad esempio il coito interrotto e poi ripreso, potrebbe causare brutti scherzi soprattutto alla prostata, infiammandola per via di una iperdistensione. Non andrà certamente meglio il rapporto se si ricorre a sostanze potenzianti, come droghe tra cui cocaina e marijuana o alcool, che avranno solo la funzione di eccitare il maschio ma di ‘smorzare’ la sua capacità erotica. Ovvero i bollori, alla fine non si tradurrebbero in una prestazione maggiorata in resistenza o qualità.

 

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Due minuti? «Troppo breve». Il tempo dell’amore non è un argomento nuovo per la scienza. Infatti, al riguardo, erano stati già condotti alcuni studi che confermano, anch’essi, il numero 7 come quello del "buon sesso". Una ricerca americana del 2008 avrebbe infatti attestato che è “troppo breve” un rapporto che si esaurisce in circa due minuti; “adeguato”, ma non forse proprio appagante per chi lo vive, quello fra i tre e i sette; “desiderabile” (ed è il nostro caso) quello fra i sette e i tredici. Dai tredici ai trenta minuti è “troppo lungo”, oltre i trenta è “da supereroi”. Diversa è la questione dei preliminari che invece non vanno a inficiare il rapporto, anzi. Secondo una ricerca del 2012 della University of New Brunswick, in Canada, gli intervistati ‘allungherebbero’ volentieri questa fase dell’amore. Specie le donne. Ovvero tutti mediamente anticipavano con 13 minuti di preliminari un rapporto che durava poi all’incirca 7 minuti, ma il gentile sesso avrebbe gradito che le fasi anticipatorie fossero arricchite da ben 8 minuti in più di effusioni precedenti al rapporto di 7 minuti, mentre gli uomini sarebbero stati disposti a 5 minuti in più di preliminari a condizione che il rapporto fosse poi gratificato da 11 minuti in più, pari cioè a 18 minuti di puro amore.

Non diamo i numeri. Se invece non si badasse a tutti questi calcoli e si vivesse il sesso e l’amore con molta più naturalezza, insomma come viene e come richiede la passione del momento, non sarebbe forse più bello?

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