La Lega durissima contro i sindacati: «Ci salveremo dal Coronavirus, ma non dalla Cgil»
Paolo Grimoldi e Giovanni Malanchini hanno risposto alla lettera con cui il sindacato ha richiesto a tutti sindaci bergamaschi l’immediata attivazione dello smart-working, pena denuncia dell'amministrazione comunale

«Nel bel mezzo di una gravissima emergenza quale è quella che stiamo affrontando in Lombardia e che in particolare a Bergamo sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema sanitario, la Fp–Cgil di Bergamo cosa fa? Pensa a inviare una lettera di diffida nella quale richiede a tutti sindaci bergamaschi l’immediata attivazione dello smart-working, pena denuncia dell'amministrazione comunale. Una missiva che arriva fuori tempo e risulta essere fuori da ogni logica».
È la polemica sollevata da Paolo Grimoldi, segretario nazionale Lega Lombarda, e Giovanni Malanchini, responsabile nazionale degli Enti Locali della Lega Lombarda, commentando la missiva inviata nelle scorse ore dal sindacato di categoria a tutte le Amministrazioni comunali. «Il contenuto della lettera è inaccettabile – spiegano – in primis perché i sindaci della Bergamasca stanno gestendo una situazione difficilissima, in secondo luogo perché, seppure nella difficoltà, si sono adoperati per far lavorare i dipendenti con tutte le misure di sicurezza possibili, riducendo il personale in servizio al di sotto del 10 per cento».
Nel merito, Grimoldi e Malanchini non risparmiano critiche all’associazione sindacale. «Ci chiediamo, la Cgil ha fatto lo stesso con i suoi dipendenti? Ci salveremo dal Coronavirus, ma non dalla Cgil. Noi, così come i nostri sindaci, che sono impegnati in prima linea per affrontare questa grave emergenza, riusciamo ancora ad avere delle priorità: adesso combattiamo il virus, poi affronteremo la Cgil e questa azione priva di buonsenso».