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La Lega lancia una campagna contro il sindaco: «Gori, è il momento delle scuse»

Il Carroccio torna all’attacco accusando il primo cittadino di aver compiuto numerosi passi falsi e di aver colpevolmente sottovalutato l’epidemia. La risposta della Lista Gori: «Vergognoso, una polemica inutile. Si dimostrano un partito estremista»

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«Non bastano le tiepide ammende, ci vogliono scuse sincere per tutto quello che è successo». La Lega cittadina torna all’attacco e il bersaglio è il sindaco Giorgio Gori, accusato di aver compiuto numerosi passi falsi e di aver sottovalutato la gravità dell’epidemia. Il riferimento alla campagna #Bergamononsiferma, promossa dal primo cittadino all’inizio del contagio, è evidente.

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«È inutile che oggi Gori si presenti nelle trasmissioni televisive facendo timide ammende su eventuali errori che può avere commesso, tra l’altro sempre edulcorate dal fatto che anche altri amministratori hanno compiuto gli stessi errori - commenta il segretario cittadino Serena Fassi -. Forse Gori non ha ben presente che si parla di Bergamo, una città colpita a morte e messa in ginocchio dal virus. Per rispetto verso i bergamaschi noi chiediamo scuse serie e sentite. La Lega durante l'emergenza è stata sempre in silenzio, per rispetto non solo del momento drammatico che la città stava vivendo, ma perché, oltre ad aiutare le persone bisognose che si sono rivolte a noi, abbiamo ritenuto che il sindaco Gori avesse bisogno di tutta la tranquillità per affrontare l'emergenza in città».

Secca la replica della Lista Gori, che definiscono l’attacco «vergognoso. La Lega, governando Regione Lombardia, ha gestito peggio di chiunque altro l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi. Mancanze, ritardi e persino dichiarazioni contraddittorie hanno disorientato bergamaschi e lombardi giorno dopo giorno. Dopo tutto quello che Bergamo ha subito, non sentivamo certo il bisogno di questa operazione mediatica». Niccolò Carretta, consigliere regionale di Azione e coordinatore della Lista Gori, si rivolge direttamente agli attivisti del Carroccio: «Ricordo agli smemorati che è stato proprio il presidente Fontana a dichiarare in Aula al Pirellone, il 26 febbraio, che il Coronavirus non era niente di più di una semplice influenza. I lombardi sono stati letteralmente abbandonati dalla Lega, da Fontana e dalla Giunta regionale che oggi difendono, provando a fomentare una polemica inutile soltanto per distogliere l’attenzione dalle loro mancanze».

Dello stesso avviso anche Roberto Amaddeo, capogruppo della Lista in Consiglio comunale: «È evidente che ormai la Lega sia un partito estremista e i partiti estremisti oltre a non risolvere nulla provocano danni dai quali risollevarsi è difficile. Le persone per bene sono tante e ripudiano questi modi che sanno di ultima spiaggia, di carta della disperazione, di chi sa che dovrà rendere conto delle proprie enormi inefficienze».

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