La nuova frontiera per la lotta al Coronavirus è il telemonitoraggio dei pazienti
In provincia sono già 200 i medici di assistenza primaria che hanno aderito al progetto promosso da Regione Lombardia al quale ha aderito l'Ats di Bergamo

Per combattere il Coronavirus e arginare il numero dei nuovi contagi da oggi si punterà anche sul telemonitoraggio. L’Ats di Bergamo ha aderito al progetto di Regione Lombardia promuovendolo tra i medici di assistenza primaria, anche tramite le cooperative mediche, come strategia per arginare un’eventuale seconda ondata epidemica.
Il sistema mette a servizio dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta una piattaforma in cui vengono registrati i dati acquisiti attraverso le telefonate della Centrale o mediante dispositivi che registrano paramentri specifici dei pazienti come la temperatura, la saturazione dell’ossigeno, la frequenza respiratoria e la pressione arteriosa. Il medico potrà quindi accedere in ogni momento ai dati e ricevere notifiche nel caso in cui i parametri superino determinate soglie di allerta.
Nella Bergamasca sono già 200 i medici che hanno aderito al progetto appoggiandosi sia alla piattaforma regionale sia a quelle messe a disposizione dalle cooperative. Tra i dottori che hanno già aderito al progetto c’è Gianmauro Salvi, medico di base ad Almenno San Salvatore, in Valle Imagna. «Con il telemonitoraggio nel mese di maggio ho potuto seguire a domicilio quindici pazienti e per diversi giorni anche dodici contemporaneamente – spiega -. Una volta effettuata la diagnosi e stabilita la terapia, si mette il paziente nelle condizioni di trasmettere i propri dati, direttamente o grazie a un famigliare, a orari fissi tramite WhatsApp. Il telemonitoraggio permette di seguire i malati puntualmente, verificando giorno dopo giorno l’andamento della strategia terapeutica scelta e intervenendo subito in caso di urgenza».
Inoltre, i pazienti si sentono più seguiti, anche grazie alla possibilità di poter comunicare il proprio stato di salute al medico più volte al giorno, ma senza dover ricorrere alle telefonate e ottimizzando così le tempistiche. Il telemonitoraggio potrà prendere piede non soltanto nel caso di ripresentasse in autunno una seconda ondata di contagi, ma anche come modalità per seguire altre tipologie di pazienti.