La mezza beffa di Expo a Bergamo (ma non stracciamoci le vesti)
Giovedì 14 maggio, Il Corriere della Sera, nella sua sezione online riservata a Bergamo, riportava la notizia di una beffa piuttosto clamorosa che la città orobica avrebbe subito da parte dell’organizzazione di Expo. In sintesi, la faccenda riportata dal Corriere è la seguente: a Bergamo, rappresentata dall’ente temporaneo Sistema Bergamo, appositamente creato per Expo, e che ha come partecipanti Camera di Commercio, Comune, Provincia e Università, Expo avrebbe assicurato, dietro contratto naturalmente, uno spazio di 40 mq all’interno dell’Esposizione per attività di rappresentanza e promozione; il tutto al prezzo di 350 mila euro. Ma a poche settimane dall’inizio di Expo, la doccia gelata: il settore riservato, per problemi infrastrutturali, non sarebbe stato pronto per l’1 maggio, data di inizio di Expo; non solo, lo spazio adibito a Bergamo sarebbe passato da 40 a 20 mq, pur comunque con le medesime spese. Il Corriere riporta inoltre stralci di dichiarazioni in seguito all’interrogazione in Consiglio comunale promossa dal consigliere Andrea Tremagna, quota Fratelli d’Italia, e a cui ha risposto Nadia Ghisalberti, assessora. I toni appaiono particolarmente accessi, in reazione a questo sgarbo subito (anche) da Bergamo.
Abbiamo allora contattato Emanuele Prati, segretario generale della Camera di Commercio bergamasca, per avere delucidazioni sull’accaduto. Il quadro delineato dal funzionario conferma in parte la denuncia riportata dal Corriere, ma offre un punto di vista meno indignato e spiega che nonostante la mezza beffa, quello con Expo resta comunque un ottimo affare per Bergamo.
Come si è sviluppato l'accordo. Era il 7 aprile 2014 quando Sistema Bergamo e l’organizzazione di Expo siglarono un'intesa affinché la provincia orobica potesse disporre anch’essa di uno spazio per l’Esposizione universale dell’anno successivo. Gli accordi effettivamente prevedevano uno spazio di 40 mq in cui sarebbe stato istituito un ufficio di rappresentanza, atto ad allacciare rapporti di tipo soprattutto commerciale fra Bergamo e imprese di tutto il mondo, ed un’area espositiva di 200 mq al Cardo Nord che sarebbe stata a disposizione di Bergamo per una settimana (dal 25 settembre all’1 ottobre) per promuovere il territorio orobico. Occorre però segnalare che sarebbe stata, e sarà, a disposizione in primo luogo anche una sala conferenze da una cinquantina di posti in cui organizzare incontri e meeting, e in secondo luogo ci sarà la possibilità di inserire alcune multimedialità relative a Bergamo, in tutte le sue sfaccettature, all’interno dei video permanenti che scorreranno per tutti e 6 i mesi in ogni padiglione di Expo. Quest’ultima, in particolare, è un’opportunità che i rappresentanti di Sistema Bergamo intendono sfruttare al meglio, così da offrire uno spazio di sponsorizzazione della città che possa essere esteso e permanente durante l’intero periodo dell’Esposizione. Vale dunque la pena farne menzione. Poi, riguardo al costo, i 350 mila euro sono tali anche a causa dell’Iva, perché la cifra netta che Expo ha chiesto si aggira intorno ai 285 mila euro, un buon prezzo rispetto alla media degli altri spazi espositivi e di rappresentanza.
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I ritardi sopravvenuti, ma il gioco vale la candela. Venendo infine al cuore della faccenda, Expo ha effettivamente fatto sapere, a poche settimane dal via, che la “realizzazione di volumi edificati è inferiore a quelli originariamente previsti”: in poche parole, sono stati costruiti meno spazi rispetto al programma originario. A farne spese è stata (anche) Bergamo, che ha visto le dimensioni dell’ufficio di rappresentanza ridursi da 40 a 20 mq. Ma è necessario considerare che esattamente di fronte allo spazio riservato a Bergamo c’è una terrazza suppergiù anch’essa di 20 mq, che sarà a disposizione dell’ufficio di rappresentanza. Non esattamente come da accordi, ma tutto sommato non cambia più di tanto. Inoltre, Expo ha già fatto sapere che verranno poste alcune misure di compensazione a mo’ di scuse per questi intoppi, tutte presumibilmente legate all’erogazione di servizi (pulizie degli spazi ecc.). In conclusione, la presenza di Bergamo ad Expo ha subito sì un ritardo (partirà ufficialmente il 18 maggio) e ha visto alcuni dettagli contrattuali un poco, diciamo così, sfumati; ma non si può non considerare che, grazie all’attività di contrattazione dei rappresentanti bergamaschi, si è riusciti ad ottenere un ufficio permanente, uno spazio espositivo di buone dimensioni e per un periodo non indifferente (una settimana non è poco, visti tutti i partecipanti), una sala conferenze capiente e la possibilità di inserire multimedia nei video sopracitati ad un prezzo decisamente favorevole, inferiore a quanto speso da molti altri partecipanti di Expo per opportunità inferiori. Una vicenda, dunque, per cui gridare allo scandalo appare una vera e propria esagerazione.