Petizioni e un gruppo Facebook

La paranoica richiesta dei genitori di installare telecamere negli asili

La paranoica richiesta dei genitori di installare telecamere negli asili
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Sulla frequentatissima piattaforma Change.org ci sono due petizioni che chiedono, nello specifico, riprese video nei nido e nelle scuole dell'infanzia: per ciascuna oltre 12 mila firme. Su Facebook il gruppo "#sialletelecamere" (in tutte le strutture in cui si lavora con soggetti minori o non in grado di difendersi) ha 48.281 follower. In Italia i genitori si stanno mobilitando per poter avere delle telecamere piazzate nelle aule degli asili nido, dove affidano i loro bambini. Nella richiesta su Facebook si dice addirittura che «le telecamere devono diventare obbligatorie nelle strutture con minori per ridurre notevolmente i tempi delle indagini in caso di denuncia e devono essere supervisionate solo ed esclusivamente dai dirigenti scolastici e dalle forze dell'ordine».

La cronaca registra numerosi casi, l’ultimo in ordine di tempo un asilo di Pistoia dove i bambini, un po’ resistenti al cibo, venivano indotti a mangiare con le buone o con le cattive. Intanto a Lecce a inizio marzo è andata sotto processo una maestra colpevole di strattoni, sculacciate e rimproveri da parte di una maestra nei confronti degli alunni. Viste le immagini il sostituto procuratore Stefania Mininni ha chiesto il rinvio a giudizio dell’insegnante.

 

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Quindi telecamere dappertutto? E non solo telecamere ma anche webcam, quindi sempre online per permettere ai genitori stessi di sorvegliare.  È quanto accaduto  lo scorso anno in un asilo privato di Ravenna, I pargoli, che aveva deciso di installare delle webcam per consentire ai genitori di avere un accesso diretto alla struttura tramite internet. La richiesta era stata avanzata dagli stessi genitori come forma preventiva di controllo, dopo tanti  fatti di cronaca degli ultimi tempi, tra i quali l’arresto di due maestre di Roma accusate di aver picchiato i bambini. La webcam sarebbe dunque uno strumento per tranquillizzare le famiglie attraverso la possibilità di mobilitare i bambini durante la loro permanenza al nido.

Non era la prima volta che veniva avanzata una simile richiesta (che in realtà più che richiesta è un modo per i responsabili delle strutture di cautelarsi di fronte a eventuali contestazioni). La cronaca registrava i casi del nido Pollicino di Vigevano e della scuola per l'infanzia Salagadula di Lecce. Ma in quei casi si trattava di webcam accese solo in certi momenti della giornata.

 

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In merito a tutti questi scelte il Garante della Privacy Renato Soru era però stato chiaro: «Sono sistemi di controllo così intrusivi che devono essere usati con estrema cautela dal momento che possono condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti».  E poi le webcam sono palese violazione della privacy dei più piccoli.

Oggi davanti alla nuova offensiva per videocontrollare le aule, Soru ha voluto ribadire quel concetto: «Nessuno sottovaluta che asili nido possono diventare teatro di insopportabili violenze nei confronti di soggetti debolissimi e incapaci di denuncia, ma questo problema non può essere risolto dalle tecnologie». Poi Soru parte al contrattacco: «Il processo educativo fonda molta della sua efficacia nella libertà della relazione tra educatore e bambino, in un rapporto di spontaneità e naturalezza. Ed è ingiusto assoggettare a sorveglianza permanente tutti gli insegnanti italiani per punire le violazioni di pochi. Il problema, però, esiste e stiamo valutando le contromisure più equilibrate».

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