Aperture del Credito Bergamasco

La questione diamanti "gonfiati" Un'interpellanza in Parlamento

La questione diamanti "gonfiati" Un'interpellanza in Parlamento
Pubblicato:
Aggiornato:

La vicenda dei diamanti non accenna a calmarsi, anzi. Dopo gli articoli pubblicati dal nostro giornale, le acque si sono mosse e per i risparmiatori si sono aperti nuovi spiragli. Anche per i concittadini che avevano acquistato le pietre preziose attraverso il Credito Bergamasco, che fa parte del gruppo Banco Bpm. Proprio nella sede Bpm di Milano si sono recate nei giorni scorsi le Iene della popolare trasmissione.

L'interpellanza parlamentare. E addirittura la questione è arrivata in Parlamento. Al ministro dell’Economia e delle finanze il neo deputato Daniele Belotti ha presentato la seguente interpellanza. «Premesso: che recentemente è ritornata alla ribalta l'inchiesta promossa dalla trasmissione televisiva Report a fine 2016, sui "diamanti da investimento" che alcune banche italiane, tra cui Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Popolare e Monte dei Paschi, hanno proposto per conto di società private esterne del settore (in particolare la Diamond Private Investment e Intermarket Diamond Business) ai loro clienti come beni rifugio a valori che si sono poi rivelati gonfiati rispetto al prezzo di mercato; che nelle ultime settimane, dopo la decisione di Intesa Sanpaolo e Unicredit, di valutare caso per caso i reclami dei clienti e di rimborsare totalmente quanto speso, sono aumentati, in tutta Italia, gli investitori che hanno deciso di rivolgersi ad avvocati o alle associazioni dei consumatori per cercare di rientrare in possesso delle somme sborsate; che da alcune rilevazioni delle associazioni consumatori, sarebbero coinvolti migliaia di risparmiatori italiani, la maggior parte dei quali pensionati e famiglie senza particolare esperienza in materia di investimento finanziario o anche solo mobiliare e che volevano solo diversificare il risparmio garantendosi il capitale; che la Procura della Repubblica di Milano ha aperto un'inchiesta ipotizzando il reato di truffa ai clienti delle banche per un valore di almeno 300 milioni di euro, mentre la Guardia di finanza avrebbe acquisito alcuni documenti dagli uffici di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm e Banca Popolare di Bari; che le banche coinvolte stanno rispondendo alle richieste dei propri clienti che hanno investito in diamanti in modo differente: Intesa Sanpaolo risulta che stia risarcendo i clienti che reclamano, ma non è ancora chiaro se saranno tutti soddisfatti; che Unicredit offrirebbe somme, sebbene a pochi clienti, ad alcuni dei quali viene prospettato un rimborso integrale a fronte, come riportato dalla Reuters nei giorni scorsi, di un contratto in cui si dichiara la banca “estranea alle rimostranze del cliente” e si rileva “in ogni caso...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 11 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 19 aprile. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali