«Una presa in giro»

La rabbia dei lavoratori Sematic L’azienda vuol licenziare 60 persone

La rabbia dei lavoratori Sematic L’azienda vuol licenziare 60 persone
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Martedì è giorno di mercato e ogni settimana le prime luci dell’alba sorprendono già brulicante il piazzale di via delle Industrie di Osio Sotto; ma la mattina del 2 aprile, poco oltre, lungo la strada perpendicolare intitolata a Francesco Zappa, un nutrito gruppo di persone era in agitato fermento già dalle 5.20. Un centinaio di dipendenti della Sematic Spa si sono radunati davanti ai cancelli dell’azienda per dare inizio allo sciopero indetto dai sindacati Fiom-Cgil e Fim-Cisl.

 

[Da sinistra:Erion Dervishi, Pierangelo Piazzoli, Luca Locatelli (detto il Pacho) e Hussein Hagi]

 

«I lavoratori sono arrabbiati e preoccupati dalla situazione di incertezza. La società ha dichiarato di voler delocalizzare in Ungheria ben due linee di produzione, stimando una sessantina di esuberi: tantissimi per un’azienda che conta 330 dipendenti», spiega Claudio Ravasio della Fiom Cgil Bergamo. Traccia così il quadro degli avvenimenti: «Noi sindacati abbiamo incontrato l’azienda venerdì 29 marzo. Una decina di giorni prima, era stata annunciata la delocalizzazione con i conseguenti esuberi: l’attivazione dei sindacati è stata immediata. Nell’incontro di venerdì il nostro obiettivo era quello di trovare una soluzione con l’azienda, in modo tale da attutire il più possibile un impatto sociale che si mostrava estremamente gravoso e preoccupante fin dal primo sguardo e senza dover fare troppi calcoli. Tuttavia, la trattativa è saltata. La società si è dimostrata irremovibile sulla scelta della delocalizzazione con i conseguenti 60 esuberi. Non solo, è arrivata a preventivare una cifra ben più alta, che toccava i 137 posti saltati: quasi la metà degli attuali dipendenti. La situazione è diventata insostenibile, da qui la decisione di indire lo sciopero. Non dobbiamo mollare perché gli esuberi e lo spostamento di due linee di produzione oggi, potrebbe tradursi in un’ulteriore perdita di posti e allontanamento del lavoro in un futuro non troppo lontano. Queste dinamiche sono sempre più frequenti e costituiscono un grave problema».

«È una storia vecchia come il mondo», sbotta Luca Locatelli, magazziniere della Sematic da 17 anni e conosciuto da tutti come "Il Pacho". Con un misto tra fatalistica rassegnazione ed effettiva preoccupazione, prosegue commentando: «I capi pensano solo alle proprie tasche. Spostano la produzione dove il lavoro viene pagato meno e i dipendenti rimangono a piedi. A nessuno importa più niente dei lavoratori. Il fatto che questo stia succedendo proprio qui alla Sematic suona a tutti come una brutta presa in giro, non vogliamo crederci. Hanno iniziato a proporci 15 esuberi volontari, in pratica 15 pensionamenti non sostituiti, e ora siamo arrivati all’esubero di 40 operai ai quali sommare...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 40 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 11 aprile. In versione digitale, qui.

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