Con i tuoi

La ribellione delle nonne bergamasche: «Natale da sole? No, figli e nipoti sono la nostra vita»

«Spero nel buonsenso dei nostri governanti: metterò la mascherina e sarò ligia alle regole. A me non importa cosa trovo sotto l’albero, ma chi trovo intorno».

La ribellione delle nonne bergamasche: «Natale da sole? No, figli e nipoti sono la nostra vita»
Pubblicato:
Aggiornato:

Non bisogna esasperare i nonni, perché facilmente i loro prolungati silenzi si tramutano in ramanzine pesanti come pietre. Il «Natale a casa da soli» buttato lì da qualche membro del governo e da qualche virologo ha provocato l’immediata reazione di due nonne che hanno scritto lettere piccate a L’Eco di Bergamo. Rosetta Santinelli, di Seriate, se la prende con l’illustre virologo che ha sentenziato: «A Natale scordatevi i nonni...». «Cosa? - incalza nonna Rosetta -. Ma scherza vero? Sono sposata da oltre 53 anni e mamma di cinque figli, sono nonna di sei nipoti e pure bisnonna di una bella bambina, e il Natale, ormai da anni, tutti a casa nostra, ora siamo 18 persone, abbiamo una casa abbastanza grande per accoglierli tutti. Per quest’anno avevo pensato, visto che raccomandano di non fare assembramenti, di dividere la famiglia fra Natale e Santo Stefano, anche se non mi sembrava tanto bello. Però qualche sacrificio bisogna pur farlo con questo virus che imperversa e ci condiziona la vita».

«Ecco - continua Rosetta -: ora arriva l’illustre medico con il suo diktat, “lasciate a casa i nonni...”, ma se sono i nonni che ospitano i figli e i nipoti, come la mettiamo caro dottor virologo? Ma lei i suoi genitori li lascia a casa soli soletti il giorno di Natale e invita i suoi figli, senza nipoti naturalmente, oppure lei non ha genitori né figli e tantomeno nipoti? Che tristezza, non la invidio».

E poi l’affondo: «Durante la prima ondata del Covid siamo stati rigorosamente in casa... per tre mesi e più, obbedienti e rassegnati. Ma a Natale no, non ci potete imporre di trascorrere il Natale soli... dite di voler salvaguardare la salute di noi anziani... ma non sapete che la nostra ragione di vita sono i figli e i nipoti e se ci togliete anche quelli ci togliete la vita senza bisogno che arrivi il coronavirus a “trovarci”? Non siamo irresponsabili... ma prendiamo e rispettiamo tutte le precauzioni del caso, anche se a volte sono più che cervellotiche: anche a noi sta cara la pelle». Conclusione: «Non sarebbe meglio se vedessimo meno tv... con i vari esperti che con i numeri e le statistiche giornaliere ci confondono e ci mandano in affanno, ci stordiscono; e se cercassimo invece di pregare (pochi ce lo dicono) un po’ di più Colui che tutto vede e tutto sa?! Ci sentiremmo sicuramente meglio».

Due giorni dopo, a dare manforte a Rosetta è arrivata un’altra signora: Alice Perosino, di Bergamo. «Anch’io - scrive - sono una nonna di due adorate nipotine che vivono a Milano e che da quando c’è il lockdown vedo e sento in videochiamata una volta la settimana. Come nonna Rosetta ho osservato rigorosamente le regole imposte o suggerite dai nostri governanti: uscite solo per la spesa o per necessità, passeggiata breve nei pressi della mia abitazione, niente incontri né pranzi con amici, familiari, figli e nipoti. Anch’io sono rimasta allibita e sconcertata dalle affermazioni del noto virologo (“Scordatevi i nonni, cenone solo con figli e genitori”). Il virus ha allontanato le generazioni tra loro e ci ha privato degli affetti più cari facendoci diventare più tristi e scoraggiati, oltre a farci sentire più soli. Molti di noi se ne sono andati senza potere avere accanto il proprio caro e morire così, in solitudine, penso sia la cosa più terribile che possa capitare a un essere umano. Ora si avvicina il Natale che dovrebbe essere il giorno del ritrovo in famiglia. Spero quindi nel buonsenso dei nostri governanti: almeno il giorno di Natale che nonni, figli e nipoti possano ritrovarsi. Metterò la mascherina e sarò ligia alle regole. A me non importa cosa trovo sotto l’albero, ma chi trovo intorno».

Seguici sui nostri canali