La richiesta di Orobievive: «Si fermi la circolazione delle motoslitte ai Campelli»
A far discutere è la posizione del vicepresidente della Comunità Montana di Scalve, Anselmo Agoni, che, al contrario, vorrebbe regolamentarne il transito dalla località Fondi al Passo dei Campelli
La circolazione delle motoslitte a scopo turistico e ricreativo lungo il Passo dei Campelli deve essere fermata. La richiesta, avanzata dal Cai, è stata rilanciata da Orobievive, coordinamento delle associazioni ambientaliste della provincia per la tutela delle montagne bergamasche. In particolare, a far discutere è stata la richiesta avanzata dal vicepresidente della Comunità Montana di Scalve, Anselmo Agoni, che, al contrario, vorrebbe regolamentarne il transito dalla località Fondi al Passo dei Campelli.
«La situazione è da molti anni del tutto fuori controllo – sottolinea Orobievive -. Le regole già esistono e vietano la circolazione delle motoslitte fuori dalle piste da sci, eppure la zona di protezione speciale della Val di Scalve ne è invasa. Ciò è la dimostrazione che le autorità preposte non hanno la possibilità di intervenire per sanzionare le infinite violazioni. Oppure dovremmo pensare che Comune di Schilpario, Comunità Montana e Parco delle Orobie non abbiano alcun interesse a far rispettare la legge?».
Il problema delle motoslitte, e del possibile pericolo che rappresentano per chi va in montagna, è tornato prepotentemente alla ribalta anche in virtù delle numerose segnalazioni fatte da scialpinisti o semplici camminatori con le ciaspole che, nelle loro escursioni, hanno incontrato più volte questi mezzi. «Per la guida delle motoslitte non è necessario essere patentati e non è obbligatoria né assicurazione RC, né la targa. In malaugurato caso di incidente con coinvolgimento di terzi come si stabiliscono le responsabilità e i risarcimenti?».
«Finché non si ripristinerà la legalità è impensabile, e addirittura offensivo per tutti quelli che amano e frequentano gli ambienti naturali nel rispetto della legge, parlare di deroghe, oltretutto in zone protette – aggiunge Orobievive -. In inverno usare la strada per il passo del Vivione è contrario alla disposizione che ne vieta la circolazione, fin dalla partenza in zona Fondi. In maniera analoga è interdetta anche, salvo gli autorizzati per ragioni di servizio, la circolazione sulla strada agro-silvo-pastorale che si stacca dalla strada del Vivione all'altezza della Baracca Rossa».
Il coordinamento delle associazioni ambientaliste ha deciso di lanciare un appello al Parco delle Orobie, chiedendo che in merito alle normative riguardanti le zone protette esca «dalla penombra ed eserciti con determinazione i propri compiti di vigilanza e promozione ambientale».
«Il signor Agoni, a nome della Comunità Montana e del suo comune di Schilpario, sta chiedendo una deroga in zona protetta – conclude Orobievive -. È il caso di ricordare a lui e all’amministrazione comunale che il disturbo alla fauna selvatica, in inverno, è un problema molto serio. Chiudiamo segnalando che esistono anche comuni montani “demotorizzati”, come ad esempio quello di Balme, che in modo concreto puntano alla promozione di un turismo moderno e sostenibile, con successo e riconoscimenti plurimi, invece che abbandonare il proprio territorio a gruppuscoli di fuorilegge motorizzati sia con motoslitte che con altri mezzi a motore».