La ricostruzione del terribile omicidio di Giovanna Gamba, uccisa a coltellate dal figlio
Vedova da due anni, da sempre attiva nella vita della comunità, è finita vittima di un raptus del figlio 33enne, con problemi psichiatrici e uscito da pochi anni da un tunnel di droga e alcol
di Laura Ceresoli
È stato arrestato per omicidio volontario, lesioni continuate e resistenza. M. L., 33 anni, disoccupato con disagi psichiatrici e un passato legato a problemi di alcol e droga, ha ucciso la madre Giovanna Gamba, 60 anni, a colpi di fendente, al culmine di una lite furibonda. Il fatto è avvenuto nella mattinata di venerdì 15 maggio, intorno alle 11.30 al terzo piano di un appartamento di Sforzatica in via delle Gardenie 4.
Gli agenti della polizia locale di Dalmine, guidati dal comandante Aniello Amatruda, sono intervenuti sul posto in seguito alla segnalazione di alcuni vicini di casa che avevano sentito le urla del ragazzo in preda a una crisi e le grida disperate della madre. Dopo aver ammazzato la donna, il 33enne è uscito sul pianerottolo e ha aggredito due anziani, che sono stati poi medicati dal 118. Altri vicini si sono chiusi in casa per fuggire al raptus del giovane, altri ancora sono scappati in cortile. Quando i vigili sono giunti in via delle Gardenie hanno visto il 33enne urlare dal balcone. Era molto agitato e ha cercato di picchiare anche i quattro agenti che tentavano di fermarlo. Dopo essere stato sedato, è stato bloccato e trasportato con l’ambulanza all'ospedale Papa Giovanni XXIII, piantonato in stato di arresto. Sarà difeso dall'avvocato Manlio Zampetti.
Quando il fratello minore è tornato a casa dal lavoro e si è trovato di fronte quella scena, non poteva credere ai suoi occhi: «È impazzito, è impazzito! Non l'ho mai visto così», ripeteva. Lo shock è stato ancora più grande nel vedere il cadavere della madre riverso sul pavimento in un lago di sangue, ormai privo di vita. La vittima aveva una dozzina di ferite, quella fatale nell'occhio sinistro. La forza delle coltellate inferte è stata tale che la lama di ceramica si è incastrata e il manico del fendente si è spezzato, finendo sotto il cadavere. Ulteriori accertamenti verranno eseguiti durante l'autopsia disposta dal pm Giancarlo Mancusi e in programma nei prossimi giorni all'ospedale papa Giovanni XXIII.
Sul posto sono intervenuti un’autoambulanza del 118, due pattuglie della polizia locale di Dalmine e i carabinieri di Treviglio guidati dal capitano Filippo Testa.
Giovanna Gamba viveva in via delle Gardenie da una decina d'anni. Aveva partecipato attivamente anche alla vita della comunità. Era stata prima catechista, poi volontaria del centro di primo ascolto della Caritas e ora collaborava con la cooperativa Sogno. Era rimasta vedova un paio di anni fa e pare che le condizioni psichiche del figlio 33enne si fossero ulteriormente aggravate dopo la perdita del padre. Il giovane non faceva più uso di droghe da cinque anni e non beveva più alcol da due. Era però in cura al centro psicosociale di Bergamo e nel 2015 era stato sottoposto a Tso (trattamento sanitario obbligatorio). I carabinieri della Scientifica hanno analizzato per due ore l'appartamento, che non è stato messo sotto sequestro. In casa non sono stati trovati farmaci né sostanze stupefacenti.