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La super asta milanese di Sotheby's Ma quanto piace l'arte italiana!

La super asta milanese di Sotheby's Ma quanto piace l'arte italiana!
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Quanto piace l’arte italiana! Domani e dopodomani a Milano, la casa d’aste Sotheby’s ripropone una Italian sale, una vendita tutta dedicata a nostri artisti moderni o contemporanei. Lo scorso anno un’asta analoga aveva dato il risultato di vendite sorprendente di 62 milioni di dollari, mentre la concorrente Christie’s con una proposta analoga otteneva il record per un’opera di Lucio Fontana, Concetto spaziale. La fine di Dio, che da sola ha fatto 29 milioni di dollari. Sul mercato dell’arte, un mercato ormai stabilmente assestato su cifre folli e sul quale continuano a scommettere nababbi di ogni angolo del mondo, dopo le quattro nazioni irraggiungibili (Usa, Cina, Gran Bretagna e Germania) l’Italia ha staccato tutti al quinto posto, con il 3 percento del giro d’affari complessivo. Francia, Spagna, e tutti gli altri Paesi europei seguono distanziatissimi.

 

 

Il merito è degli artisti italiani. La cosa può sorprendere, perché, a differenza dei colossi, l’Italia non ha messo in atto meccanismi particolari per difendere i suoi artisti. I musei di arte contemporanea annaspano, il sistema delle gallerie non ha alcun sostegno, le fiere d’arte non hanno grande prestigio e sono abbastanza provinciali. Certo, ci sono alcuni fenomeni come il ruolo trainante di Venezia, il prestigio di collezionisti come i coniugi Prada o come la famiglia Maramotti, ma il successo del Belpaese è tutto conquistato dai suoi artisti. Che spesso sono artisti che fanno discutere ma che senza dubbio si sono fatti largo nella grande platea del collezionismo globale: l’ultimo caso clamoroso è quello dell’opera Him di Maurizio Cattelan, venduta da Christie’s a New York l’8 maggio scorso a 17 milioni di dollari. Him è una statua di Hitler inginocchiato, ed è stata realizzata in quattro esemplari. Quindi quel prezzo anderebbe moltiplicato per quattro, per avere il valore dell’opera.

Cosa ci sarà all'asta. Cattelan è uno che centellina con molta furbizia le sue apparizioni sul mercato. Non sarà quindi presente all’asta milanese, che però non fa mancare opere destinate ad accendere i desideri al rialzo dei collezionisti. Non ci sarà neanche l’altro uomo d’oro del mercato italiano, Rudolf Stingel, artista di Merano, che lo scorso anno ha occupato l’11esimo posto nel volume di vendite complessive a livello mondiale. Come sempre, i registi del mercato approfittano di queste occasioni per consacrare delle tendenze. Negli scorsi anni era stata lanciata la riscoperta della scuola milanese uscita dall’esperienza della rivista Azimuth: artisti che usavano la tela per realizzare superfici estroflesse, molto raffinate e tecnicamente complesse. Enrico Castellani e Agostino Bonalumi hanno raggiunto ormai quotazioni che si avvicinano alla soglia del milione di euro.

 

 

Quest’anno si punta invece sul rilancio della scuola romana che ruotava intorno a Mario Schifano: si tratta di artisti che hanno interpretato il pop in stile italiano. Sono artisti popolari che però hanno vissuto sempre un mercato un po’ depresso, per via della discontinuità della loro produzione. La scelta delle opere che verranno battute invece è di altissima qualità e quindi c’è da aspettarsi qualche botto da parte di Franco Angeli e di Tano Festa. Mentre uno Schifano del 1961, Grigio 402, parte da una base d’asta di 500mila euro e potrebbe strappare il record di quotazione per l’artista. Ma il quadro più atteso, quello che potrebbe davvero scatenare una rincorsa frenetica al rialzo è una tela di Tancredi, grande e solitario artista morto giovane: un’opera del 1955, delicata e di grandissima qualità, di due metri di base, che parte da 300mila euro. C’è da scommettere che andrà lontano.

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