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La Valle di Scalve di cent'anni fa nelle foto dell'ingegner Tagliaferri

Domani, a Vilminore di Scalve, presentazione della raccolta delle immagini scattate dal 1895 al 1926 e del libro «Húrå e Hótå, Alana e Kurgiùs - Fiabe, storie e leggende della Val di Scalve»

La Valle di Scalve di cent'anni fa nelle foto dell'ingegner Tagliaferri
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Se volete sapere com’era la Valle di Scalve cento anni fa, basta salire a Vilminore di Scalve e ammirare gli scatti dell’ingegner Giovanni Tagliaferri messi in mostra dal gruppo «Noi, gente di Scalve». Lunedì, 10 agosto, la mostra verrà presentata alle ore 18 nella chiesa arcipresbiterale di Vilminore. La mostra è allestita nel Palazzo pretorio e sarà visitabile da martedì 11 fino al 20 agosto nei giorni feriali dalle 18 alle 21; il sabato dalle 16 alle 20 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20.

La mostra «Lo Sguardo dell’Ingegnere 1895-1933: La Valle di Scalve nelle fotografie e nei disegni di Giovanni Tagliaferri» raccoglie fotografie e disegni eseguiti in un arco temporale di oltre 30 anni: dal 1895 al 1926. Il tema delle opere è principalmente la Val di Scalve, che l’ingegnere amava e che da cui la sua famiglia ebbe le origine. Giovanni Tagliaferri in seguito si era trasferito a Brescia, dove, con il fratello Antonio (architetto) realizzò lavori importanti.

Dopo aver seguito con lo zio la costruzione della villa di Giuseppe Zanardelli a Fasano (1886-1902), il progetto per il castello del conte Gaetano Bonoris a Montichiari (1890-1892) e i lavori per il restauro della Casa del Podestà per l’Onorevole Ugo Da Como (1907-1909) a Lonato del Garda, Tagliaferri assunse un ruolo pienamente autonomo in occasione dei restauri per il Palazzo del Broletto di Brescia (1906-1926) e l'ampliamento del palazzo comunale della Loggia.

L’ingegner Tagliaferri utilizzò con notevole disinvoltura la macchina fotografica, strumento alla base non solo di alcune formulazioni progettuali (fondamentale per la rilevazione dello stato di fatto degli edifici), ma ampiamente usato anche come mezzo per documentare aspetti legati alla società del periodo in cui egli visse.

Il decennio che va dal 1880 al 1890 rappresentò una svolta per il progresso della tecnica fotografica, che diventò più semplice grazie all’introduzione delle lastre di gelatina di bromuro d’argento. Questo sviluppo facilitò l’utilizzo del mezzo fotografico a un numero sempre più ampio di professionisti e di amatori.

La mostra espone principalmente le «vedute» scalvine, per la maggior parte riprese in occasione del suo viaggio di nozze, una sorta di «Grand Tour» per accompagnare la moglie alla scoperta di paesaggi e luoghi ritenuti di indiscutibile bellezza. Nel 2010 la Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda (Brescia) ha ricevuto la donazione dell’Archivio di Antonio e Giovanni Tagliaferri, due dei maggiori interpreti dell’architettura bresciana tra Ottocento e Novecento. Il complesso monumentale voluto dal Senatore Ugo Da Como (1869-1941), comprendente già la straordinaria biblioteca con oltre 52 mila titoli dal XII secolo e il cospicuo archivio, si è così arricchito di circa tremila disegni, 400 opere a stampa e duemila fotografie da sempre custodite dai famigliari discendenti dall’architetto Antonio e dall’ingegnere Giovanni Tagliaferri.

L’Archivio Tagliaferri è ora a disposizione di tutti gli studiosi. In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà presentato il libro «Húrå e Hótå, Alana e Kurgiùs - Fiabe, storie e leggende della Val di Scalve».

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