I sindaci pronti a reagire

La vita dura della ciclabile più bella del mondo (quella della Val Brembana)

Prima gli atti vandalici che hanno divelto la barriera sulla scarpata a Sedrina, poi le piogge torrenziali che ne hanno fatto crollare un pezzo ad Ambria

La vita dura della ciclabile più bella del mondo (quella della Val Brembana)
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di Marco Oldrati

Nessun dubbio, è forse l’opera pubblica più significativa e riuscita dal punto di vista turistico “moderno”, un percorso sostenibile che promuove la mobilità leggera e la conoscenza del territorio in una forma lenta, ma la sua è una vita piuttosto tormentata.

Dai tempi della sua inaugurazione, quando l’allora presidente della Provincia Valerio Bettoni si diede la briga di inforcare la bicicletta e non limitarsi a tagliare il nastro, percorrendola, il tracciato della ciclabile è “cresciuto”, soprattutto con l’investimento recente dei comuni di Villa d’Almè e di Sedrina che hanno ripristinato la parte che oggi risulta più affascinante del percorso, quella che congiunge l’area del Parco dei Colli con Zogno, un’iniziativa che rende possibile ai ciclisti e ai podisti di andare in sicurezza da Bergamo a Piazza Brembana.

Il Comune di Zogno si è trovato ad affrontare e a risolvere, almeno parzialmente, il problema dei pedalatori che arrivavano al termine della galleria della Grotta delle Meraviglie e si trovavano catapultati sulla Provinciale, approntando una corsia riparata che permette di entrare nella zona industriale sulle rive del Brembo senza intralciare ed essere “minacciati” da vetture e camion. Ricordiamo che si attende ancora la conclusione dei lavori della galleria che devierà il traffico di Zogno.

Nell’ultimo periodo sulla ciclabile si sono verificati episodi, dolosi e naturali, che hanno creato grossi problemi e un’interruzione di servizio. Il primo è la devastazione della ringhiera sul tratto fra Sedrina e Zogno, avvenuta nottetempo, dovuta forse al tentativo di buttare nel fiume dei rifiuti: qualsiasi commento è superfluo. Però sottolineiamo che la barriera è necessaria perché la pista è percorsa anche da famiglie con bambini, per i quali non basta indicare la pericolosità, serve la protezione. E non dimentichiamo che in altri tempi la parte superiore, con le gallerie che congiungono San Giovanni Bianco alla piana di Lenna, era stata bersagliata da vandali che avevano danneggiato l’illuminazione, necessaria nei tunnel dove regna il buio pesto. Ma non è finita qui.

Anche la natura adesso ci ha messo lo zampino: le piogge torrenziali della scorsa settimana hanno dato un colpo duro alla percorribilità di questa “autostrada ecologica” della valle.

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