Criticità da approfondire

L’aeroporto non fa male alla salute (però si consumano più sonniferi)

L’aeroporto non fa male alla salute (però si consumano più sonniferi)
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Secondo uno studio dell'Ats, l'aeroporto di Orio non causa problemi alla salute dei cittadini che vivono nei dintorni. Però è emersa una anomalia, un consumo superiore di farmaci per il sonno. È quanto emerge dal “Monitoraggio dello stato di salute della popolazione residente nei comuni adiacenti all'aeroporto di Orio al Serio” i cui risultati sono stati presentati dall’azienda sanitaria provinciale ai sindaci dei Comuni e ai presidenti dei comitati e delle associazioni del territorio interessato dalle attività dello scalo.

Il monitoraggio continua. L’attività di monitoraggio proseguirà e Ats Bergamo ha proposto l’attivazione di studi di epidemiologia analitica che possano valutare l’effetto dell’attività aeroportuale sulla popolazione residente nell’area esposta, con particolare attenzione alle fasce di età più suscettibili, come bambini e anziani. Infine, a fronte della modificazione dei volumi e delle rotte dell’attività aeroportuale, Ats Bergamo chiederà  agli enti preposti di rivalutare le mappe di esposizione al rumore e, su tale base, procederà al nuovo monitoraggio degli eventi sanitari.

 

 

Cosa si esamina. Il monitoraggio è stato realizzato rapportando lo stato di salute degli abitanti dei comuni interessati dalle rotte dell’aeroporto a quello dei cittadini bergamaschi che risiedono in altre zone della provincia ed è stato articolato in tre momenti: lo studio epidemiologico preliminare che ha identificato l’incidenza e la mortalità dei principali gruppi di patologie, con particolare attenzione alle cause oncologiche; lo studio epidemiologico finalizzato a valutare il consumo di alcune categorie di farmaci; lo studio delle ospedalizzazioni per causa specifica. Nel periodo analizzato, ovvero tra il 2012 e il 2017, non sono emerse differenze di incidenza e mortalità dell’area di studio e lo stesso vale per le ospedalizzazioni per causa specifica. I risultati confermano quanto già emerso con lo studio epidemiologico relativo al periodo 2006-2011.

Ma per i farmaci… Un discorso a parte merita la prescrizione di farmaci. Per quanto riguarda i farmaci del gruppo A, ovvero i farmaci prescritti per disturbi correlati all’acidità gastrica, in passato veniva evidenziato un eccesso di prescrizione di tali farmaci nell’area di studio rispetto al resto della provincia (l’eccesso variava tra il 9,0 e l’11,7% nelle donne e tra il 5,0 ed il 7,5% negli uomini, nel corso del periodo 2006-2011); nel monitoraggio in oggetto, invece, tale eccesso non emerge più: non ci sono differenze nelle prescrizioni di farmaci A nel periodo 2012 – 2017 tra chi abita nella zona di studio e la restante provincia di Bergamo. Per i farmaci del gruppo N, ossia ansiolitici, ipnotici e sedativi e antidepressivi si conferma il moderato eccesso di prescrizioni solo per i primi due anni di osservazione.

«Bisogna approfondire». «Prendiamo atto con soddisfazione di questa volontà di approfondire questa analisi di dettaglio per fasce — è il commento di Gianluigi Mologni del Comitato Aeroporto di Bergamo, come riportato dal Corriere Bergamo —. Ats ha dedicato attenzione nella valutazione degli elementi in campo. Ci sono aspetti che però devono essere approfonditi, dal momento che sono in discordanza con i documenti dell’Oms. In questi si dichiara che l’esposizione ai rumori superiori ai 55 decibel, e nei quartieri cittadini siamo a 65, provoca sicuramente danni alla salute».

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