Quelli della nuova "Sinistra Italiana"
Si chiama Sinistra Italiana, ed è il nuovo soggetto politico nato dalle ceneri del centrosinistra che fu. La presentazione è avvenuta sabato 7 novembre a Roma presso un affollatissimo teatro Quirino, e ha visto come protagonisti i principali promotori della nascita del partito: la ormai defunta Sel, una parte della (ex) minoranza Pd e alcuni transfughi del M5S. L’obiettivo di questa nuova formazione politica è chiaro: ridare il giusto spazio e la giusta rappresentanza agli storici valori e alla tradizionali battaglie della sinistra italiana, accartocciati e gettati, a dir dei fondatori, dall’impostore Renzi.
Chi c’era al Quirino. Come accennato, Sinistra Italiana è nata soprattutto dalla volontà di Sel, che ha deciso di abbandonare la via dell’agonia politica imboccata ormai da qualche mese e tentare di ridar frequenza al proprio battito cardiaco, e di quei deputati e senatori del Pd che nel partito, per come rivoluzionato dal Matteo Renzi, proprio non avevano più la minima intenzione di stare. Impossibilitato a partecipare a causa di problemi famigliari, ma idealmente presente in qualità di neo numero uno di Sinistra Italiana, è stato Nichi Vendola, rappresentato dai 25 deputati e 7 senatori di Sel. In qualità di braccio destro, Stefano Fassina, uno dei più turbolenti ribelli del Pd di cui fino a pochi giorni fa guidava la cosiddetta minoranza.
Gli altri... Giunti con grande entusiasmo dalla galassia dem anche Alfredo D’Attorre, Monica Gregori, Nicola Fratoianni e Arturo Scotto, che assicurano di essere solo gli apripista di un massiccio esodo che nei prossimi tempi vedrà come protagonisti molti altri scontenti del Pd, fra cui anche Corradino Mineo. Presenti inoltre i due ex senatori grillini Campanella e Bocchino. A benedire la neonata Sinistra Italiana hanno provveduto anche gli interventi di personaggi di spicco (per quanto non (ancora) direttamente coinvolti in SI) della sinistra nostrana, come Sergio Cofferati e Laura Boldrini. Presenza decisamente sorprendente è stata quella di Giorgio La Malfa, storico colonello della Dc e poi uomo di Berlusconi in diversi governi del Cavaliere, che si è definito particolarmente interessato al nuovo progetto. Di fronte a questo gotha della sinistra italiana più radicale, un migliaio di persone ammassate in ogni pertugio del Quirino, oltre ad altre 500 che hanno dovuto seguire la convention direttamente dalla strada per mancanza di posti disponibili.
Il progetto di SI. «Non è un gioco di palazzo, ma una scelta strategica per segnare un cammino politico». Con queste parole Stefano Fassina definisce gli intenti di Sinistra Italiana, sostenendo che «abbiamo una proposta di governo alternativa al liberismo da Happy Days del segretario del Pd». In un messaggio video inviato appositamente per l’occasione, Nichi Vendola ha parlato di costruzione di un «pezzo di spazio pubblico di ciò che vorrà e potrà essere la sinistra che non cede né alle lusinghe del potere né alle seduzioni dell’impotenza vestita da minoritarismo. Abbiamo il dovere di provarci». «È un primo passo», ha poi detto Sergio Cofferati, «che mira alla costruzione di una sinistra che faccia tesoro del suo patrimonio storico, ma con il coraggio e la volontà di innovarlo». Il primo passo per raggiungere e dare concretezza a questi intenti sarà la creazione di un nuovo gruppo parlamentare, il prima possibile alla Camera e in un secondo momento al Senato.
Le reazioni. A commentare la nascita di Sinistra Italiana è stato in primo luogo Pier Luigi Bersani, uno che certamente non va d’amore e d’accordo con Renzi e con i nuovi alti gradi del Pd, ma secondo il quale la scissione e la creazione di nuove sigle è tutt’altro che una risposta adeguata: «Chi se ne va sbaglia, occorre capire che senza il Pd non può esserci futuro per la sinistra. Renzi ha commesso degli errori, ma ci sono anche delle cose buone». Dalla segreteria del Pd, invece, è arrivato prima un tweet del presidente Matteo Orfini, che ha ironizzato: «Comunque Happy Days era bellissimo. E divertente. Come deve essere la sinistra», e successivamente la replica, più seria, del segretario Renzi: «La sinistra ideologica non vincerà, mai. Al massimo aiuta la destra a vincere. A sinistra l’operazione che stanno tentando alcuni nostri anche ex compagni di viaggio è secondo me intrisa di ideologismo. La rispetto, ma fa a pugni con la realtà. Il loro non è progetto politico, ma delirio onirico».