L'altro lato di Borgo Santa Caterina
I numerosi, e anche relativamente semplici, motivi del successo di via Borgo Santa Caterina sono già stati elencati (su Bergamopost, qui), ma come la maggior parte degli abitanti di Bergamo sa, la strada della movida non è esente da problemi, tutt'altro. Tra esposti, richiami, lettere, reportage e registrazioni audio, la questione Borgo è ormai nota ai più. Qualche cittadino si getta addirittura nell'arena in cui ha luogo l'acceso dibattito, principalmente la sezione "commenti" dei giornali online, chi dalla parte dei locali e degli avventori, chi invece, pur non facendone parte, sostiene a spada tratta i residenti. Purtroppo però il problema viene spesso ridotto a uno scontro ideologico tra due fazioni. Da un lato una manica di balordi e giovinastri che scialacquano stipendi e paghette in gin lemon e sambuca e dall'altro chi gli fa la guerra: un'associazione di vecchi, rigidi guastafeste, che prima hanno pensato bene di comprare casa in una delle zone più ambite della città e ora stanno facendo di tutto per chiudere fuori da questa i poveri ragazzi che vogliono solo passare qualche ora in allegria. La questione, tuttavia, è leggermente più complessa.
L'inizio della questione. Il primo esposto, risale al 2 luglio 2009, cinque anni e mezzo fa, è diretto contro uno dei bar più frequentati del Borgo ed è l'atto di un residente che si appella alla Questura di Bergamo perché disturbato dall'eccessivo rumore causato dagli avventori. A questo seguono altri quattro esposti nel 2010, due in estate, la stagione in cui la via è più frequentata, ma due anche in autunno inoltrato. L'anno successivo si apre con un esposto da parte addirittura di un intero condominio, sempre riguardante lo stesso locale, e prosegue con incontri tra residenti, altri esposti su altri bar e una raccolta firme. Nel 2012 e nel 2013 si prosegue con le stesse azioni, chiamando in causa la Polizia Locale, il Consiglio di Circoscrizione, l'Assessore alla Sicurezza, all'epoca Massimo Bandera, il prefetto Francesca Ferrandino, la procura della Repubblica e, naturalmente, il sindaco. Nell'estate del 2013 iniziano gli incontri tra residenti, prima informalmente ma comunque aperti a chiunque volesse partecipare, poi attraverso la costituzione di un comitato. Viene cercata una soluzione con gli esercenti disposti a collaborare e soprattutto si chiede ripetutamente un incontro con l'allora sindaco, Franco Tentorio. A luglio l'ex primo cittadino incontra le due parti e chiede ai gestori e proprietari dei bar di stilare un protocollo contenente le loro proposte per rendere la convivenza più pacifica, ma il documento non viene mai presentato.
Il Comitato dei residenti e la Rete sociale della via. Il 25 marzo 2014 nasce il Comitato Residenti di Borgo Santa Caterina, con presidente Tullia Valsecchi. Poco dopo il neonato comitato decide di formulare un “patto sociale” tra i residenti e i candidati sindaci, nel quale si avanzano le seguenti richieste: anticipo degli orari di chiusura dei locali, rilievi fonometrici, telecamere, sanzioni per i divieti di sosta, pulizia di strade e marciapiedi e l'annullamento dei Venerdì del Borgo. Il patto è stato firmato solo dal candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Marcello Zenoni. Il comitato fa parte della Rete Sociale Borgo S. Caterina, composta dall'Associazione Gruppo Scuola Insieme, l'Oratorio, l'Istituto Comprensivo A. da Rosciate, l'Associazione Agathà Onlus, la Società Sportiva Excelsior e il Circolo Scacchistico e l'Associazione AIPD (Associazione Italiana Persone Down). Il 9 maggio 2014 la Rete Sociale invia a Prefetto, Sindaco, vari assessori, comandante della Polizia Locale, Questore, Direttore ASL e redazioni locali una richiesta “di controlli in Via Borgo S. Caterina e vie limitrofe”. La preoccupazione principale della rete è che la via diventi conosciuta e frequentata esclusivamente per “l'offerta alcolica” che propone ai giovani e non più per le iniziative rivolte a famiglie e bambini. La questione della movida è centrale in campagna elettorale e al Comitato Residenti si rivolge anche la candidata al consiglio comunale nelle liste PD per Gori, Marta Consalvi, architetto e residente del Borgo, elencando gli interventi di massima urgenza: la presenza di “bodyguard” all'esterno dei locali, la chiusura anticipata, all'1 da martedì a giovedì e all'1.30 venerdì e sabato cessando la vendita di alcolici mezz'ora prima e un maggiore controllo sui parcheggi e il volume della musica. L'intervento a lungo termine proposto è la delocalizzazione dei bar in zone meno abitate, non necessariamente in periferia.
L'Associazione dei commercianti. Per quanto riguarda i commercianti della via, gestori dei bar inclusi, nell'aprile del 2013 si costituisce e inizia la propria attività l'Associazione Borgo Santa Caterina, che include 40 attività commerciali, alcuni residenti e associazioni. Il 30 maggio 2013 si tiene l'Incontro del Tavolo Tecnico dell'Associazione presso il "Polentone", al numero 86 della via. Nel report dell'incontro vengono elencate le misure già in atto: il rispetto dell'orario di chiusura dei locali alle 2 di notte, il rispetto del divieto di distribuire bevande in contenitori di vetro e la pulizia del tratto esterno di competenza di ciascun locale dopo la chiusura. Vengono elencate le proposte per i Venerdì del Borgo, che includono: la sistemazione di cestini lungo la via, il passaggio di mezzi Aprica per la pulizia della strada, la predisposizione di bagni chimici e la campagna di sensibilizzazione “Divertiti, rispettaci!”. L'Associazione, nata principalmente con lo scopo di coordinare le attività e la gestione dei Venerdì decide di non partecipare al successivo incontro tra sindaco e residenti, tenutosi nel gennaio del 2014.
Gli articoli 17 e 18 del Regolamento di Polizia Urbana dichiarano che il gestore di un esercizio pubblico ha l'obbligo di assicurarsi che il suo locale sia strutturato in maniera tale che da esso non escano suoni e rumori molesti dalle 23 alle 7 di mattina. Viene inoltre fatto presente che nelle strade e nelle aree pubbliche è vietato recare disturbo con rumori e schiamazzi e le aree antistanti i locali sono di competenza dei gestori stessi. I problemi lamentati dai residenti sono l'impossibilità di dormire a causa del continuo passaggio e stazionamento lungo la via, intensamente abitata, di avventori del Borgo che, spesso inconsapevoli della situazione, parlano ad alta voce. C'è poi chi risiede sopra la zona a maggiore concentrazione di esercizi pubblici e in quel caso si sono recati anche l'ex Assessore alla sicurezza Bandera e l'attuale Vicesindaco Gandi a constatare di persona che il sonno notturno, in quelle case, non è previsto. Vi è anche chi esagera e, tra motorini bruciati, bombe carta e cocktail lanciati alle finestre, crea una situazione che rischia di sfociare nello scontro tra residenti e avventori, nella chiusura di tutti i bar e nella fine di un'esperienza di aggregazione che, sebbene problematica sotto molti punti di vista, non merita di scomparire del tutto.
La questione della “via della movida” è realmente complicata e non aiutano i luoghi comuni sull'una e sull'altra fazione. Non si tratta di scontro generazionale tra giovani scapestrati e senza regole e rigidi adulti moralisti che vogliono una “città morta”. Si tratta di uno scontro di diritti, tra chi, indipendentemente dall'età, ha diritto a vivere in una città in cui la sera ci si possa riunire in un luogo piacevole a bere e chiacchierare e chi, altrettanto indipendentemente dall'età, abita in quello stesso luogo da anni e ha diritto a trascorrere la notte dormendo, magari addirittura da mezzanotte fino a mattina.
Nel corso dell'ultima riunione del Comitato, che ha avuto luogo il 12 novembre, è stata approvata la richiesta di consulenza a un avvocato il quale, prima di intraprendere qualsiasi azione legale, farà effettuare rilievi fonometrici nelle zone e case interessate e stabilirà se proseguire con l'invio di una lettera di diffida nei confronti del sindaco di Bergamo, provvedimento che “costringerebbe” il Comune a interessarsi della situazione.