Omicidio di Costa Volpino

Indagata l'amica di Sara Centelleghe: «Non volevo che i miei sapessero della droga»

Spaccio e favoreggiamento i reati contestati. Un conoscente comune suo e del killer le aveva ceduto 65 grammi di hashish, poi buttati in un cestino insieme a un bilancino

Indagata l'amica di Sara Centelleghe: «Non volevo che i miei sapessero della droga»
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L'amica di Sara Centelleghe, la 19enne uccisa a Costa Volpino il 26 ottobre 2024, è indagata dalla Procura dei minorenni di Brescia per spaccio e favoreggiamento del killer, Jashandeep Badhan. Il quale, dopo la chiusura delle indagini e il secondo interrogatorio, è stato rinviato a giudizio, con la prima udienza fissata al 9 settembre prossimo.

Lo scambio concordato

La 17enne, che quella sera si trovava nell'appartamento con la vittima, all'inizio aveva raccontato agli inquirenti che era scesa di sotto, ai portici del condominio, perché aveva sete e voleva prendere una bibita da un distributore automatico. Tuttavia, in seguito chi indagava aveva scoperto che aveva concordato tramite messaggio uno scambio di droga con l'assassino.

La ragazza, assistita dal legale Michele Cesari, come riportato dal Corriere Bergamo, lo scorso venerdì 9 maggio, al Comando provinciale dei carabinieri di via delle Valli, ha spiegato di fare uso di hashish e cocaina. Aveva nascosto alle autorità la presenza della droga perché non voleva che ne venissero a conoscenza i genitori.

Quel giorno, un conoscente comune suo e di Badhan le aveva ceduto 65 grammi di hashish. L'indiano, ora in carcere a Pavia, lo era venuto a sapere e, siccome aveva assunto venerdì sera un mix di cocaina, eroina e cortisone, «aveva bisogno del fumo per calmarsi» (come raccontato da lui al magistrato). Aveva quindi contattato l'amica di Sara, proponendole di scambiare tre grammi di hashish con una dose di cocaina del valore di trenta euro.

Jashandeep Badhan

La droga buttata nel cestino

La giovane aveva quindi preparato la quantità concordata, prendendola dalla scorta in suo possesso che aveva nascosto nella camera della vittima. Era scesa, lasciando la porta dell'abitazione aperta, e aveva atteso il killer per mezz'ora. Non era mai arrivato, ma le aveva scritto di essere stato scoperto dai genitori e di non essere potuto uscire. Quando lei era dunque tornata indietro, rientrando aveva trovato la 19enne in condizioni disperate, a causa dell'aggressione dell'elettricista indiano.

Un vicino era accorso e, insieme, avevano chiamato i soccorsi. In seguito, senza farsi notare, aveva preso la droga e un bilancino di precisione e li aveva buttati di sotto in un cestino dei rifiuti. Gli oggetti, comunque, erano stati ritrovati e hanno permesso di aggiungere una tessera al puzzle di quanto avvenuto quella notte.

Badhan sostiene di non essere entrato nell'appartamento per rapinare la scorta e di aver ucciso Sara dopo essere stato preso dal panico. La rapina, per cui rischia l'ergastolo, è una delle aggravanti, le altre sono la crudeltà, pure questa determinante per il carcere a vita, e la minorata difesa, date le dinamiche brutali con cui ha commesso il delitto.

Commenti
Marcello

Metteteli entrambi fuori commercio per un bel po', è meglio (e giusto) così.

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