L'apprezzamento al seno prima, l'adescamento poi. Muratore bergamasco accusato
Nel 2019 l'uomo sul suo camioncino avrebbe incrociato la ragazza, che al telefono ha riportato tutto a un'amica, facendo scattare l'allarme
All'udienza fissata lo scorso sabato mattina, il 14 gennaio, non si è presentato il muratore, accusato di adescamento di minorenne per dei fatti avvenuti il primo marzo 2019 a Calvenzano, spiegando che la scelta sarebbe dipesa dalla «paura di essere esposto alla gogna mediatica».
Apprezzamenti, ma non solo
Come spiega il Corriere Bergamo, il 66enne, inoltre, sostiene di non ricordare niente, nemmeno la ragazza, perché non sarebbe successo «nulla di particolare». La versione, raccontata dalla giovane stessa a un'amica con la quale era al telefono, riporta dei fatti che sarebbero invece rilevanti. L'uomo, oggi 66enne, vide la minorenne all'uscita dal parcheggio di un bar dove si era fermato per riposare poco prima. Nei fotogrammi ricavati dai carabinieri di Caravaggio dalle telecamere pubbliche si vedono chiaramente le manovre compiute dal camioncino bianco, alla cui guida si trovava l'uomo. Il 66enne, prima di immettersi in strada, avrebbe fatto un apprezzamento al seno della giovane per poi, una volta fermo al semaforo della circonvallazione nuova in direzione Treviglio, aggiungere: «Andiamo, sali». La ragazza in realtà ha spiegato poi di non aver sentito queste parole, ma di aver compreso bene l'invito grazie al labiale e al segno del capo.
Due anni secondo la Procura
Fu quindi la madre di quest'ultima a intervenire e far chiamare i carabinieri, preoccupata di quello che stesse accadendo, anche se, il muratore contesta quanto successo, come «illazioni dettate da protagonismo stanno rovinando la mia vecchiaia. Sono un uomo che lavora da una vita e fa di tutto per essere un buon esempio per la società». Il 66enne ha accettato, tramite il suo avvocato, di aggiungere nello scritto una frase per confermare che è lui l’uomo nelle immagini. Sulla base di questo la Procura ha chiesto 2 anni di condanna, perché ritiene che la ragazzina sia attendibile nei suoi ricordi nitidi. A questo si aggiunge il fatto che l’imputato abbia un precedente per atti osceni, pur risalente nel tempo e depenalizzato.
Nessun invito secondo la difesa
Secondo la difesa invece, ci sarebbero almeno due punti critici. Innanzitutto, le domande fatte alla ragazza dalla polizia giudiziaria sarebbero state «suggestive»; in secondo luogo, la scelta di produrre fotogrammi sarebbe stata poco consona, al contrario, solo l'intero video avrebbe potuto fare chiarezza. Forse può esserci stato «un complimento increscioso — ha spiegato l'avvocato difensore —, ma nessun invito è stato fatto». Il 2 marzo, repliche e probabile sentenza.