Atalanta-Chievo, assurdo divieto Questa volta si è toccato il fondo
Dopo una lunga e intensa giornata di trattative, pare che l'Atalanta sia riuscita a far tornare sui propri passi il ministero dell'Interno, che nella serata di venerdì 22 aprile aveva deciso di vietare ai non possessori di Dea Card l'ingresso in Curva Pisani in vista della sfida tra Atalanta e Chievo. QUI trovate tutte le ultimissime sul caso. Di seguito, invece, la ricostruzione della prima decisione e la reazione nostra, dei bergamaschi e di tutto il popolo atalantino a una scelta ritenuta insensata.
Questa volta si è toccato il fondo. Anzi, forse si è andati ancora più in basso. Per la partita Atalanta-Chievo in programma domenica a Bergamo con fischio d’inizio alle ore 15, in Curva Pisani potranno entrare solamente i possessori della Dea Card. Dunque chi ha acquistato un biglietto, ma soprattutto i possessori di Voucher validi per 19 partite (praticamente lo zoccolo duro degli ultras ma non solo loro), non potrà assistere alla gara. Ufficialmente il provvedimento è legato a problemi di ordine pubblico, ma nessuno può credere né accettare una spiegazione simile.
Il comunicato della Prefettura. Il fulmine a ciel sereno è arrivato nelle redazioni dei quotidiani alle 19.12 di venerdì 22 aprile. «Per l'incontro di calcio Atalanta-Chievo - si legge nel comunicato -, valido per il Campionato di Calcio, Serie A, 2015/2016 in programma a Bergamo nella giornata del 24 aprile prossimo, il Prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, ha adottato un provvedimento recante la seguente prescrizione: accesso nel settore Curva Nord consentito ai soli possessori di abbonamento annuale, che siano sottoscrittori della tessera del tifoso denominata "Dea Card". Il provvedimento è stato adottato sulla scorta degli elementi forniti dal Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ed in base all'orientamento espresso dal Questore di Bergamo ed al parere favorevole reso dai rappresentanti delle Forze di polizia nel corso della riunione tecnica di coordinamento che si è svolta nella mattinata odierna».
Casms e Osservatorio: lo stop arriva da Roma. Il comunicato della prefettura ha reso nota la decisione, ma ci sono troppi dubbi per considerarlo esaustivo. Chi vive il territorio, chi conosce la realtà bergamasca e chi segue il calcio con un minimo di occhio critico è perfettamente conscio che Atalanta-Chievo non è una partita a rischio. I tifosi avversari sono tranquilli, negli anni non è mai successo nulla, né ci sono avvisaglie di possibili contestazioni o manifestazioni tali da giustificare un blocco di questo tipo. Leggendo la determinazione dell’Osservatorio dello scorso 20 aprile si capisce che tutto è nato da chi, a Roma, comanda le operazioni e decide chi può entrare o meno allo stadio. «Gli incontri di calcio Atalanta-Chievo, Palermo-Sampdoria, Virtus Entella-Pescara, Martina Franca-Benevento e Real Suttano-Barrese, connotati da alti profili di rischio, sono rinviati alle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, ai fini dell’individuazione di misure di rigore». Dunque a Roma sono convinti (almeno così scrivono) che la partita contro i veronesi sia «connotata da alto profilo di rischio». L’Osservatorio lo ha detto al Casms, il Casms ha deciso per la chiusura ai Voucher (cioè agli ultras dell’Atalanta) e a Bergamo non è stato possibile far altro che subire la decisione ratificandola con il comunicato scritto sopra.
Sdegno sui social: provocazione bella e buona. La reazione dei tifosi alla chiusura della Curva Pisani ai possessori di Voucher e biglietti è stata di grande sdegno. In tanti si sono subito chiesti il motivo del divieto e nessuno ha trovato risposte plausibili. Quella che viene fatta passare come una decisione presa in base a pericoli concreti sembra a tantissimi appassionati una provocazione, una grande ripicca dopo il recente blocco della trasferta ai tifosi della Roma per la partita di Bergamo. Solo una settimana fa, la gara contro i capitolini si disputò senza ospiti allo stadio e la decisione non è passata inosservata. L’anno scorso, in occasione della partita con la Roma, da Bergamo sia la Questura che le altre forze dell’ordine diedero parere negativo alla trasferta eppure il Casms decise di permettere il viaggio a Bergamo dei giallorossi: al termine della partita ci furono gravi incidenti con alcuni bergamaschi arrestati. Quest’anno non ci sono stati problemi di nessun tipo ma in molti pensano che, proprio il divieto per i tifosi romanisti, stia alla base di una decisione inspiegabile.
La rabbia della Curva: era tutto pronto per Yara. I ragazzi della Curva Pisani hanno saputo della decisione nel tardo pomeriggio di venerdì e sono caduti dalle nuvole. La rabbia è il sentimento più diffuso tra i tifosi più caldi della Dea, soprattutto perché domenica contro il Chievo sarebbe andata in scena una delle coreografie forse più toccanti degli ultimi anni. Allo stadio i bambini che accompagnano le squadre entreranno in campo con una maglietta dell’Associazione “La Passione di Yara” voluta dai genitori della piccola Yara Gambirasio che venne rapita e uccisa nel novembre 2010. Da oltre due settimane, tutte le sere, i ragazzi della Curva Pisani si ritrovavano per imbastire una bellissima coreografia. Si vocifera di una grande maglia da far volare in cielo con dei palloncini gonfiati ad elio mentre oltre 7mila bandierine avrebbero colorato l’intero settore dello stadio. Il tutto al papà e alla mamma di Yara, in un’atmosfera di grande emozione come quella vissuta sul palco della Festa della Dea 2015 quando proprio Fulvio Gambirasio parlò sul palco davanti ai tifosi per la prima volta dopo tanto tempo.
La posizione della società. In attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero cambiare tutto nelle ultime ore (si parla di movimenti in corso a Roma con il presidente del Coni Malagò e alcuni parlamentari bergamaschi che starebbero cercando di risolvere la questione con il ministro Alfano), dalle colonne de L’Eco di Bergamo emerge come il presidente Percassi sia furibondo per una situazione che è ritenuta profondamente ingiusta. Sulle colonne dello stesso quotidiano ha parlato il direttore generale Umberto Marino, il quale non ha usato mezzi termini: «È una decisione inaspettata e immotivata che danneggia non solo l’Atalanta e i suoi sostenitori ma tutta la città di Bergamo, dando un’immagine che non corrisponde al vero. La società porta avanti tante iniziative sociali che non possono passare inosservate dalle Autorità Nazionali. Contro la Roma c’erano 2mila bambini nel settore ospiti, per domenica la famiglia Gambirasio ci ha coinvolti per ricordare Yara con una coreografia ad hoc in curva. Il Ministero segnala come gara a rischio Atalanta-Chievo, quando il Club Amici dell’Atalanta sta organizzando con i tifosi clivensi una festa all’insegna del pane e salame. Alto rischio per 70 tifosi del Chievo: ogni commento è superfluo. Spero ci siano ancora i presupposti affinché sia rivista questa determinazione che ferisce la città di Bergamo».