Le 5 bufale più famose del 2015
Durante l'anno si sono susseguite un gran numero di notizie che si sono poi rivelate false e a volte completamente inventate. Le più famose sono quelle che si sono diffuse in occasione di eventi molto seguiti in TV e sul web
1) Attorno all'attentato a Charlie Hebdo
L'attentato alla sede del giornale Charlie Hebdo è stato il primo evento tragico di quest'anno difficile. La presenza di filmati e testimonianze ha fatto vivere quasi in diretta l'attacco terroristico, ma ha anche scatenato la fantasia di chi, per gioco o per seria convinzione, ha costruito teorie alternative o semplicemente ha colto l'occasione per diffondere notizie ed immagini false.
Una di queste era la presunta copertina di Charlie Hebdo contro l'Italia, che mostrava uno stivale composto di escrementi, circondato da mosche e una scritta molto eloquente: «Italie Merde!». Il disegno era in realtà stato fatto dalla stessa persona che l'aveva condiviso, ed era un modo per provocare chi, tutto d'un tratto, s'era schierato a favore del giornale satirico, nonostante le sue ben note provocazioni.
Un'immagine divenuta simbolo di coraggio è stata invece la famosa matita spezzata, sul cui vertice compariva una seconda punta, il segno di chi ha deciso di non abbassare la testa nemmeno di fronte a tanta violenza. La vignetta era stata attribuita al più famoso artista di strada Banksy, ma si è poi scoperto che l'autrice era l'illustratrice francese Lucille Clerc, che aveva pubblicato la sua opera tramite il suo profilo Twitter, seguito da un messaggio: «Spezzane una, migliaia ne ricresceranno».
Sono state numerose anche le teorie del complotto, di cui abbiamo parlato in questo articolo.
2) Sul rapimento di Greta e Vanessa
A pochi giorni di distanza dall'attacco a Charlie Hebdo, in Italia si è diffusa la notizia della liberazione di Greta e Vanessa, due ragazze italiane impegnate in Siria in una missione umanitaria. I militanti dell'Esercito Siriano Libero le avevano rapite da diversi mesi, durante i quali si sono svolte difficili trattative, di cui ancora oggi non si conoscono i dettagli.
Intanto però sul web e su alcuni giornali si è scatenata una vera e propria tempesta che ha riversato quintali di fango sulle due ragazze, accusate di crimini mai commessi e di altri fatti mai verificati. Sono state diffuse immagini e fatture fiscali a testimonianza della collaborazione di Greta e Vanessa con la Free Syrian Army, lo stesso gruppo che pare le abbia rapite e che, pur opponendosi all'ISIS, è considerato vicino ad Al Qaeda. La smentita è arrivata direttamente dalla procura, che ha più volte ribadito come la presenza delle due cooperanti in Siria fosse legata esclusivamente a scopi umanitari.
Altri blog hanno invece gettato ulteriore benzina sul fuoco, inventando alcune dichiarazioni relative ad alcuni rapporti intimi che le ragazze avrebbero avuto con i guerriglieri. Greta, secondo quanto scritto, avrebbe ammesso di aver avuto rapporti sessuali con alcuni guerriglieri: «Con noi erano gentili», avrebbe detto. Anche in questo caso, si trattava solo di un bieco tentativo di attirare le ire del web, già ben puntate verso Greta e Vanessa, ancora oggi considerate da molti in qualche modo complici di una terribile esperienza che probabilmente non augurerebbero nemmeno al loro peggiore detrattore.
3) Sul disastro aereo del volo Germanwings
Il 24 marzo il volo della Germanwings partito da Barcellona e diretto a Dusseldorf è precipitato sulle Alpi Francesi con a bordo 150 passeggeri, a seguito -così hanno accertato gli investigatori - di una manovra volontaria del pilota, che da tempo soffriva di depressione. Una costante dei cosiddetti "complottisti" è la facilità e rapidità con la quale creano e diffondono teorie alternative, che a pochi minuti da un evento su cui tutto il mondo si interroga, spiegano in semplici passi cosa sia veramente accaduto, con l'ausilio di "prove" spesso non esattamente fondate.
Mentre gli esperti cercavano di verificare se si trattasse di un errore umano, di un problema tecnico o addirittura di un attacco terroristico, sul web diverse persone hanno diffuso quella che secondo loro era l'unica - scomoda - ma evidente realtà. Il pilota avrebbe commesso un errore, scendendo a una quota troppo bassa, mentre era impegnato a irrorare il cielo con sostanze in grado di formare le cosiddette "scie chimiche". Secondo questa teoria, l'unica spiegazione per cui le compagnie low cost riuscirebbero a realizzare degli utili nonostante i prezzi così bassi sarebbe il finanziamento occulto da parte dei governi, finalizzato proprio alle operazioni di irrorazione dei cieli. La notizia però era stata lanciata per la prima volta da uno dei tanti blog satirici presenti in rete, forse per provocazione, ed è poi stata presa per vero anche da diversi volti noti che ormai da anni raccontano la teoria delle scie chimiche, tra blog, libri e conferenze in giro per l'Italia.
4) La tassa sui condizionatori
Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la "tassa sui condizionatori".Ci vorranno libretto e bollino per gli impianti ad...
Posted by Matteo Salvini on Giovedì 23 luglio 2015
L'estate del 2015 è stata una delle più calde degli ultimi tempi: le temperature non hanno dato tregua per molte settimane, con picchi che hanno raggiunto i 40 gradi e un'umidità sempre molto alta. Inevitabile, di conseguenza, il boom della vendita di condizionatori domestici, mobili o da parete.
Forse per questo motivo qualcuno ha pensato bene di inventare una bufala che cavalcasse quest'onda, mettendo - tanto per cambiare - in cattiva luce i politici italiani, bersagli ormai fin troppo facili in un mondo social con saldi principi di populismo. Il Premier Renzi è stato infatti accusato di aver approvato una legge a favore dell'Europa, che avrebbe imposto una tassa di 200 euro per chiunque avesse in casa un condizionatore. La "notizia" ha assunto rilevanza nazionale quando il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha espresso con decisione la sua contrarietà a questo provvedimento, tramite la sua seguitissima pagina Facebook.
Si trattava però di una bufala, utilizzata solo come propaganda politica. Non è stata infatti approvata alcuna legge che imponga tasse sugli impianti di condizionamento domestico. L'unica legge approvata in questo ambito risale al Governo Monti (2013) e impone la presenza di un libretto di manutenzione per gli impianti di condizionamento industriali a partire dai 12kw (ben oltre i 2-3 kw degli impianti domestici), simile a quello per le caldaie. La norma risulta approvata senza opposizione da parte di nessun partito politico, tanto che anche la Lega ha votato compatta l'approvazione.
5) La carne è cancerogena
La IARC (International Agency for Research on Cancer) ha lanciato a fine ottobre un allarme che ha scosso molte persone, denunciando la pericolosità di alcuni tipi di carne. In particolare gli insaccati, inseriti in una graduatoria di elementi potenzialmente cancerogeni e accomunati addirittura a fumo ed alcol (categoria 1). Una notizia che inevitabilmente ha preoccupato migliaia di consumatori.
Quello che però molti cronisti si sono dimenticati di riportare, forse per dimenticanza o forse proprio per alimentare una paura che insieme alla disinformazione attirava numerosi lettori, è il significato di questa graduatoria. I test, come spiegato dall'IARC, sono infatti svolti con altissimi dosaggi ed esposizioni molto lunghe, difficilmente replicabili nella vita reale, tanto che è la stessa agenzia a sostenere che non è vero che una sostanza che rientra nella Categoria 1 è assolutamente da evitare.
Lo IARC non specifica quali siano i dosaggi oltre i quali le singole sostanze diventano dannose, perciò, come scritto sul sito italiano dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, «quando leggiamo sui giornali che una sostanza è entrata a far parte di una delle liste dello IARC dovremmo chiederci anche a quali dosaggi dobbiamo davvero preoccuparci». Il fumo, ad esempio, è stato provato essere dannoso già a bassi dosaggi, mentre le carni lavorate sono potenzialmente cancerogene solo se assunte in grandi quantità e per un periodo di tempo continuato. Il consiglio dell'AIRC è quello di non farsi prendere dal panico quando leggiamo che una sostanza è entrata a far parte della Categoria 1: «È necessario capire quali sono i reali margini di rischio ed entro che dosi vale la pena preoccuparsi per davvero».