Le fiamme devastano la spiaggia dei resort italiani in Kenya: ferita anche una bergamasca
Turisti in fuga dopo l'incendio in località Watamu. La turista orobica non sarebbe in pericolo di vita
C'è anche una bergamasca tra i tre italiani i ricoverati in Kenya per ustioni dopo l'incendio scoppiato nella tarda mattinata di ieri, mercoledì 22 febbraio, a Watamu, località costiera turistica ambita. Oltre ad altre strutture e alcune case private, le fiamme hanno divorato il Barracuda Inn Resort, dove risiedevano i tre connazionali feriti.
Ora sono ricoverati negli ospedali della zona con gravi ustioni, ma non sono in pericolo di vita, secondo quanto riferito dai medici.
Ritornati in camera per i passaporti
«Altri trenta secondi e non ce l’avremmo fatta», sono le parole rilasciate all'Ansa da Mattia Ghilardi, trentaseienne panettiere di Grosotto, in provincia di Sondrio, e cugino della bergamasca. Racconta sempre all'agenzia: «Io e mia cugina Michela saremmo dovuti tornare dal Kenya oggi (23 febbraio ndr), e per paura di perdere i passaporti, appena visto da lontano le fiamme, ci siamo diretti verso la stanza del Barracuda Inn. Ma nel giro di pochissimo un calore tremendo aveva già avvolto il resort».
L'Ambasciata italiana sta seguendo la situazione
Sono stati quindi ingannati dalla violenza dell'incendio, che si è espanso grazie al vento e al fatto che i tradizionali tetti «makuti» fatti con foglie secche di palma bruciano velocemente.
Attualmente, a eccezione dei tre turisti ricoverati, tutti gli altri italiani sono stati messi in salvo in altre strutture alberghiere a Watamu. L'Ambasciata d'Italia a Nairobi, attraverso il consolato onorario di Malindi e in coordinamento con l'Unità di Crisi della Farnesina, sta seguendo l'evolversi della situazione.