Omicidio di Treviglio

Le manie di persecuzione di Silvana Erzembergher, assolta per infermità mentale

La 71enne, che sparò ai coniugi Casati il 28 aprile 2022, era convinta che Monica Leoni fosse attratta da lei. Le motivazioni della sentenza

Le manie di persecuzione di Silvana Erzembergher, assolta per infermità mentale
Pubblicato:
Aggiornato:

Manie di persecuzione e allucinazioni uditive: dalle motivazioni della sentenza con cui, il 9 maggio scorso, Silvana Erzembergher è stata assolta dall'accusa di omicidio del vicino Luigi Casati e della gambizzazione della moglie Monica Leoni per incapacità d'intendere e di volere, emergono nuovi tratti di una personalità disturbata.

L'anziana il 28 aprile 2022, sul vialetto del condominio di Treviglio in via Brasside, sparò ai due coniugi «in uno stato di scompenso psichico connotato da totale assenza di intenzione e volontà» hanno scritto i giudici Giovanni Petillo e Alberto Lobgobardi, per i quali non ci sono dubbi che il delitto di quel giorno fu «una manifestazione acuta, perversa e delirante della malattia mentale».

Si credeva perseguitata dai Casati

Gli ermellini hanno condiviso le perizie dello psichiatra Giacomo Francesco Filippini per l'accusa e del collega Massimo Biza per la difesa, discostandosi invece dalle considerazioni della dottoressa Cristina Colombo, interpellata dalla Leoni e dal figlio Emanuele Casati, costituitisi parte civile. Quest'ultima riteneva infatti che, pur essendo affetta Erzembergher da malattia mentale, questa non fosse direttamente correlata all'omicidio, ritenuto il risultato di una libera scelta.

Una tesi con cui non concordavano gli altri due psichiatri, che invece ritengono sia affetta da un “disturbo delirante di tipo persecutorio-erotomanico”. In pratica, la 71enne era convinta addirittura che Leoni fosse innamorata di lei, motivo per cui insieme al marito suonava insistentemente al suo campanello, imbrattava i muri della scale del condominio e cercava di entrarle in casa. Tutti deliri, ovviamente, cose mai avvenute frutto di allucinazioni e una visione distorta della realtà.

Rinchiusa nella Rems di Castiglione delle Stiviere

A riprova di ciò, il fatto che continuasse a sentire il suono del campanello anche in carcere, mentre i segni bianchi lasciati nell'androne non sarebbero stati causati dal presunto lancio di candeggina di cui accusava i vicini, ma dalla vernice lasciata da alcuni imbianchini. Nella sua mente le persecuzioni andavano avanti da tre anni, sosteneva che la mattina dell'assassinio «non ce la faceva più» e che gli avessero «fatto girare il cervello».

Adesso la donna rimarrà per cinque anni alla Rems di Castiglione delle Stiviere, nel Mantovano, a causa della sua pericolosità sociale dovuta al persistere dei deliri psicotici. Allo scadere del tempo, sarà sottoposta a un'ulteriore perizia di un esperto.

Seguici sui nostri canali