Perfino un rinoceronte (vero)

Le più famose bestie in politica

Le più famose bestie in politica
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È possibile nei nostri anni che un animale ricopra una carica pubblica? Non è una provocazione, né un riferimento al catalogo di appellativi “bestiali” con cui, ormai senza ambiguità, si fa riferimento a politici, fazioni o interi partiti (dal Caimano al Trota, dai Gufi alla Balena Bianca). Lontani da polemiche o metafore e memori del cavallo di Caligola eletto senatore, davvero qui si parla di alcuni di quei casi in cui degli animali, in carne, ossa, zampe e pelliccia, per gioco o per protesta, sono stati eletti o solo candidati a rilevanti cariche politiche.

 

Le capre sindaco di Lajitas

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In questi giorni si parla ancora dello strano caso di Lajitas, una sperduta cittadina del Texas, dove i membri di una dinastia di caproni si susseguono da tempo alla carica di primo cittadino. Questa è una storia di politica, ma anche di vizio e passione che, nel suo svolgersi, è comparsa anche sulle pagine del New York Times. Ha inizio negli anni ottanta, quando il proprietario della zona, Walter Mischer, di fronte ad un boccale birra e senza consultazioni, elesse a sindaco un investitore di Houston, Tommy Steel, con cui divideva il tavolo di un saloon. L’orgoglio texano portò qualcuno ad opporsi all’arbitrarietà della scelta e a candidare al suo posto Clay Henry, non un cowboy con lazzo, cappello e speroni, bensì un caprone col maledetto vizio dell’alcool. Capace di ingollare oltre quaranta bottiglie di birra al giorno, era una vera celebrità.

Sconfitto al primo mandato, nel 1986 il caprone vinse il secondo nel plauso generale e, sebbene si trattasse di una carica formale, Clay Henry garantì alla cittadina un consistente afflusso di turisti. Gli succedette a sindaco il figlio, Clay Henry II, un bevitore quasi altrettanto eccezionale, che avrebbe forse governato per anni al pari del padre, se non fosse che l’amore per una capretta lo condusse a uno scontro fatale col suo discendente e successore. La storia prosegue, non senza intoppi, con il mandato di Clay Henry III che, prima, venne castrato perché scoperto da un poliziotto a bere in un giorno festivo, poi, fu costretto ad abdicare. Vi basti sapere che ora è in carica Clay Moore Henry, pro nipote di Clay Henry I. Attualmente non beve.

 

Pigasus, il maiale candidato presidente degli Stati Uniti d’America

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Nel 1968 lo Youth International Party, la frangia più politicizzata del movimento Hippie, in occasione dell’apertura della convention democratica, candidò  alla presidenza degli Stati Uniti Pigasus, un maiale. Richiamandosi sia a Pegaso, il mitologico cavallo alato, che al verificarsi di eventi molto improbabili (come “quando i maiali volano”), gli Yippies allestirono il siparietto di una candidatura burla nel contesto dei ben più ampi disordini e movimenti di protesta che ci furono in occasione della convention di Chicago. Il maiale e sette dimostranti vennero arrestati e la vicenda si chiuse con un processo. Non è chiaro quale sia stata la sorte di Pigasus.

 

Boston Curtis, il mulo eletto sindaco dai repubblicani di Milton

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Nel 1938 la città di Milton, nello stato di Washington, elesse sindaco il candidato repubblicano Boston Curtis, un mulo. Il responsabile della presa in giro fu il candidato democratico Kenneth Simmons, che sponsorizzò segretamente Curtis, tacendone la vera identità. L’intento, perfettamente, riuscito fu quello di dimostrare che i repubblicani della città votavano alla cieca.

 

Cacareco, il rinoceronte assessore di Rio de Janeiro

 

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Nel 1959 un rinoceronte femmina, prestato per qualche settimana dallo zoo di Rio de Janeiro a quello appena inaugurato di São Paulo, ottenne oltre 100mila voti, cioè più di quanto riuscirono a guadagnarsi tutti gli altri concorrenti al Consiglio comunale della città. Si trattò di uno dei più clamorosi voti di protesta o voti nulli di massa della storia del Brasile, per esprimere la propria opposizione nei confronti  dell’inconsistenza politica e umana degli altri candidati alle elezioni. L'idea di lanciare Cacareco in politica venne al giornalista Itaboraí Martins in seguito ai continui scandali che si erano susseguiti nell'amministrazione della città e dopo che l'arrivo del rinoceronte era stato salutato in pompa magna, con festa popolare e concerti bandistici. L'iniziativa fu apprezzata al punto che molta gente in tutto il Brasile si mise a fare campagna elettorale per il bestione e il successo elettorale fu incredibile. Perfino il Time riportò la foto del vincitore accompagnata dal parere di un elettore: "Meglio un rinoceronte che un asino". Due giorni dopo il trionfo Cacareco venne restituito, di notte, allo zoo di Rio de Janeiro.

 

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