A Casale San Nicola scontri con la polizia

Le proteste di Roma e Treviso contro l'arrivo di altri profughi

Le proteste di Roma e Treviso contro l'arrivo di altri profughi
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Roma e Treviso, nello specifico nei quartieri di Casale San Nicola e di Quinto, stanno vivendo giorni di particolare subbuglio, dovuto all’arrivo di alcune decine di migranti che erano stati assegnati a locali delle zone suddette. I residenti, affiancati da un cospicuo numero di militanti di gruppi di estrema destra come Casa Pound e Forza Nuova, non hanno accettato di buon grado questi arrivi, e hanno inscenato proteste (anche violente) che da mercoledì 15 luglio non sono ancora cessate. In Veneto, in particolare, lo stesso governatore regionale Luca Zaia è sceso personalmente in strada per protestare insieme ai manifestanti.

 

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La situazione a Roma… Presso il quartiere Casale San Nicola di Roma, erano presenti alcuni locali vuoti e senza alcuna destinazione che la pubblica amministrazione ha sottoposto a procedura di bando d’asta affinché venissero assegnate, vista la momentanea inutilità, all’accoglienza di migranti. Il bando è stato vinto da una società cooperativa, pienamente in regola, che si è data disponibile a gestire la permanenza degli immigrati. Così, mercoledì 15 luglio un pullman con a bordo 19 richiedenti asilo è giunto a Casale San Nicola. Il convoglio è però stato accolto da un cordone di residenti e da gruppi di militanti di Casa Pound e Forza Nuova, che non hanno permesso l’arrivo del pullman e hanno cominciato a lanciare sassi, sedie e oggetti vari contro le forze dell’ordine, che hanno formato un cordone per proteggere il mezzo con a bordo i migranti. Ne è nato uno scontro fra polizia e manifestanti, che si è chiuso con il bilancio di 4 agenti feriti. Il prefetto Franco Gabrielli, nonostante il clima di tensione, è stato comunque categorico: «Abbiamo inviato 19 persone che devono soggiornare a Casale San Nicola e c’è un blocco stradale di cittadini che non permette che entrino. Ora sono sui mezzi, ma entreranno nel centro perché rimuoveremo il blocco. Non faremo passi indietro. Su Casale San Nicola c’era un bando e una commissione che ha ritenuto che questa cooperativa avesse i requisiti. Il carteggio è arrivato ed è corretto. Se c’è gente che non è d’accordo non possiamo farci nulla. Se passasse questo principio sarebbe finita». Al momento, dopo due giorni, i migranti non sono ancora riusciti ad accedere ai locali a loro riservati.

 

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... e quella a Treviso. Per quanto riguarda la città veneta, in ballo ci sono 101 richiedenti asilo che fino a settimana scorsa aveva alloggiato in strutture temporanee e non idonee, come parrocchie, palestre, eccetera. La prefettura locale ha deciso per la sistemazione in appartamenti vuoti presso il quartiere di Quinto, grazie ad una convenzione tra la società immobiliare proprietaria dei locali ed una cooperativa di accoglienza. Nella notte di mercoledì un gruppo di cittadini, sostenuti dal partito di estrema destra Forza Nuova, ha forzato i locali al piano terra della palazzina in cui dalla mattina successiva si sarebbero sistemati i richiedenti asilo, e ha rubato, accatastato e bruciato mobili, televisori, materassi e altri oggetti presenti nei futuri appartamenti. Il custode dello stabile è stato aggredito e ferito da un uomo poi identificato come membro di Forza Nuova, che in seguito è stato arrestato. Nel frattempo, lungo la strada adiacente, molti residenti e manifestanti hanno posizionato alcune tende al fine di creare un sit-in permanente. Fra ieri ed oggi la protesta è continuata, con il gruppo di manifestanti che ha più volte impedito che arrivasse il rifornimento di cibo ai migranti, che nel frattempo grazie all’intervento delle forze dell’ordine erano riusciti a sistemarsi negli appartamenti designati. Ieri si presentato in strada anche il governatore del Veneto Luca Zaia, della Lega Nord, per manifestare la sua vicinanza ai protestanti. «Questa non è un’emergenza. Ci hanno dormito sopra per quattro anni su questa questione, stiamo africanizzando il Veneto. Qui comandiamo noi. Il governo non deve mandare più anche un solo profugo», ha detto Zaia.

 

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I doveri del Veneto. Al di là dei toni eccessivi utilizzati da Zaia (il governatore parla di «africanizzazione», quando il Veneto ospita solo il 4 percento complessivo dei migranti sbarcati in Italia), la Regione nordorientale italiana ha dei precisi obblighi stabili dal patto di accoglienza che il Governo ha messo a punto negli scorsi mesi, ripartendo il numero dei migranti nelle Regioni in base a popolazione, territorio e Pil delle stesse. E il Veneto, per dimensioni e ricchezza, dovrebbe essere fra quelle più ospitali. Ma Zaia, al pari dei colleghi Maroni e Toti anch’essi presidenti di Regioni dall’ampio potenziale di accoglienza, non intende minimamente sentirci, violando le decisioni del Governo. Una scelta che difficilmente potrà perdurare anche per molto, pena il rischio di scatenare tensioni e scontri nelle varie città, esattamente come sta accadendo a Treviso.

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