la decisione

Le Rsa bergamasche restano chiuse in attesa di chiarimenti dalla Regione

Nuovo incontro tra i vertici delle strutture e Ats Bergamo. Il problema principale riguarda le regole di isolamento degli ospiti con controllo affidato alle strutture. Sotto la lente anche i problemi economici

Le Rsa bergamasche restano chiuse in attesa di chiarimenti dalla Regione
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Fino a quando Regione Lombardia non chiarirà le procedure per i nuovi accessi, le Rsa bergamasche resteranno chiuse. È quanto emerge a margine del tavolo di lavoro a cui hanno partecipato l’Ats di Bergamo e gli operatori del settore martedì 16 giugno.

La scorsa settimana era stata emanata una delibera regionale che autorizzava le case di riposo ad accogliere nuovi ospiti per far fronte all’emergenza economica, ma le indicazioni operative erano tutt’altro che chiare. Una delle criticità principali riguarda, in particolare, la sorveglianza dei nuovi ospiti: prima del ricovero, ogni anziano deve essere sottoposto al test sierologico e al tampone, oltre a restare in isolamento domiciliare per due settimane. Ed è proprio questo il problema, perché la sorveglianza è affidata alle singole strutture che però non hanno a disposizione gli strumenti necessari, correndo il rischio di accogliere una persona malata e scontare le responsabilità penali.

Per questa ragione, l’Ats aveva temporaneamente stoppato i nuovi accessi in attesa di ulteriori approfondimenti e chiarimenti di carattere tecnico. Le perplessità emerse durante il confronto sono state inoltrate alla Regione, in attesa di ricevere una lista dettagliata che contenga le procedure da rispettare. Con un comunicato diffuso oggi, 17 giugno, Ats ha inoltre aggiunto: «L’incontro ha portato anche a evidenziare due aspetti. Da un lato sul territorio ci sono, tra la cittadinanza, situazioni assai critiche per le quali l’inserimento in Rsa costituirebbe una risposta immediata. Dall’altro alcune strutture presentano difficoltà economiche, in particolare quelle più piccole, che rischiano di chiudere perché non più in grado di sostenere economicamente il servizio. A tal fine, sono già state attivate in alcune situazioni misure eccezionali, tra cui il ricorso alla cassa integrazione e la revoca del piano ferie per il personale».

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