Lei si innamora, lui (con il complice) la costringe a dargli soldi: salva grazie all'amica
I due, con diversi precedenti, si erano approfittati della fragilità psicologica della 29enne bergamasca: condannati a tre anni e una multa
Si erano fatti consegnare migliaia di euro e perfino comprare un iPhone, approfittando della sua fragilità psicologica. I fatti risalgono a quattro anni fa, la sentenza è freschissima: tre anni di reclusione e una multa di mille euro per circonvenzione di incapace. A pronunciarlo il giudice Donatella Nava nei confronti di due uomini, D.B. di 48 anni e A.B. di 29 anni, entrambi calabresi. La vittima, invece, è una 29enne bergamasca.
Tutto è iniziato nel marzo del 2019. Come racconta Il Giorno, A.B. - il più giovane - ha contattato la 29enne su Facebook, inviandole una richiesta di amicizia. L'identikit è quello di una ragazza semplice: viveva da sola, un lavoro part-time in un supermercato, in contatto con i genitori. Soffre di un disagio psicologico: un aspetto che i due complici hanno sfruttato a loro vantaggio.
A.B. e la ragazza si sono scambiati messaggi, finché hanno deciso di incontrarsi. O meglio: i due uomini si sarebbero presentati a casa sua, approfittando dei sentimenti che lei aveva iniziato a provare per il più giovane dei due. Per un'intera settimana hanno vissuto con lei, a sue spese, costringendola prima a ritirare dal conto 500 euro, poi spingendola a chiedere a un'agenzia un prestito di 1.500 per ottenere (e farsi consegnare) una carta di credito.
Il sospetto dell'amica e l'intervento dei genitori
Dopo essersi fatti comprare un nuovo iPhone, i due uomini avrebbero anche chiesto alla giovane di riscattare la polizza a vita: altri 1.700 euro. Nel frattempo nessuno pare essersi accorto di nulla. I condannati inviavano regolarmente messaggi ai genitori (fingendosi lei) per non farli insospettire. Finché un giorno i due complici hanno tentato di permutare l'auto a noleggio per comprarne una nuova, ma il piano non ha funzionato. Ci hanno allora riprovato, tentando di piazzare un altro mezzo a un'amica in comune.
Proprio lei ha iniziato a insospettirsi e intuire che qualcosa non andasse, così lo ha fatto presente ai genitori che - intervenuti - si sono infine rivolti ai Carabinieri. Quattro anni più tardi è arrivata la condanna a tre anni e una multa di mille euro. Il pm ne aveva chiesti tre e nove mesi, mentre la difesa l'assoluzione. I due uomini avrebbero alle spalle diversi precedenti, tra cui reati contro il patrimonio.