il bilancio del 2019

La grande generosità dei bergamaschi: all'Avis in un anno ben 6.715 donazioni

Complessivamente nel 2019 sono stati 3.365 donatori attivi, 588 le nuove iscrizioni e 224 le prime donazioni.

La grande generosità dei bergamaschi: all'Avis in un anno ben 6.715 donazioni
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La generosità e il senso di comunità dei bergamaschi sono noti, ma a suffragare questa considerazione ci pensano i numeri dati dall’Avis di Bergamo: 6.715 donazioni, 3.365 donatori attivi, 588 nuove iscrizioni e 224 prime donazioni. È questo il bilancio del 2019 fornito ai propri associati nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione. Numeri positivi che raccontano però di un anno ormai lontano, sul quale a causa dell’emergenza sanitaria non è stato possibile soffermarsi prima per definire le azioni future.

Ora però la comunità avisina bergamasca è pronta a ripartire, con slancio ritrovato. «In questa occasione voglio ringraziare tutti coloro che collaborano con l’Avis comunale di Bergamo e che hanno messo a disposizione della nostra associazione tempo, competenze e soprattutto passione - sottolinea il presidente Roberto Guerini -. In special modo i donatori che hanno letteralmente offerto una parte di loro stessi per aiutare chi ha più bisogno. Donare è un grande atto d’amore, può salvare una vita. Questi numeri ci spingono ad impegnarci sempre di più per sensibilizzare tutti i cittadini sull'importanza del dono del sangue e del plasma, soprattutto a margine dell’esperienza degli ultimi mesi».

Il presidente dell’Avis comunale di Bergamo Roberto Guerini

In particolare, il bilancio dello scorso anno evidenzia come rispetto al 2018 il numero delle donazioni sia aumentato del 2,49 per cento (+153), così come il numero dei soci donatori attivi, cresciuti del 3,8 per cento (+124). Nel 2019, poi, sono aumentati anche i nuovi iscritti (+26) e gli aspiranti che hanno effettuato la loro prima donazione (+29 per cento). Anche il numero di donazioni dei gruppi rionali e aziendali ha registrato un incremento: sono infatti state raccolte 86 sacche in più rispetto all’anno precedente. «Anche il 2020 era iniziato con cifre promettenti, salvo poi un arresto delle donazioni in concomitanza con la diffusione del Covid-19 – aggiunge Guerini -. Tranquillizzati i donatori, i numeri sono tornati a crescere e abbiamo riscontrato anche intenzioni di nuove iscrizioni, ma ciò che fa la differenza sono la continuità e la regolarità delle donazioni».

Il 2019 si è caratterizzato per un’intensa attività di sensibilizzazione, rivolta soprattutto alle generazioni più giovani. In collaborazione con associazioni sportive, istituzioni e scuole sono stati raggiunti circa 1250 ragazzi. Infine, nel corso dell'assemblea si è parlato anche dell'iniziativa in occasione del World Blood Donor Day, che si sarebbe dovuta svolgere per la prima volta nella storia il 14 giugno in Italia. Le iniziative programmate in tutto il mondo sono state sospese e, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Italia ospiterà l’evento globale nel 2021.

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