Un giornalista di Vanity Fair era presente

A lezione di marketing da Corona

A lezione di marketing da Corona
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Fabrizio Corona, dopo due anni e mezzo passati in carcere, è ora in affidamento ai servizi sociali. Nonostante ciò, sebbene sia sottoposto a diverse limitazioni, è autorizzato a presenziare a eventi mondani che riguardano la sua attività lavorativa. Per questo motivo sabato 28 novembre ha potuto tenere una lezione di marketing all’Hotel Principe di Savoia a Milano. La notizia ha iniziato a circolare circa una settimana fa, quando su diversi canali social era stato diffuso il volantino dell’evento. Le informazioni erano ridotte al minimo, tranne quella più importante: per poter partecipare era necessario sborsare 100 euro all’ora. Tenendo conto che la lezione avrebbe dovuto avere una durata indicativa di 3 ore, il conto è presto fatto: 300 euro per poter avere accesso alla lezione di professor Corona in «comunicazione efficace», cioè come «investire su se stessi e diventare un vip». O almeno così si leggeva sul volantino, che non dava ulteriori indicazioni.

 

volantino Corona

 

La mattina di sabato 28 novembre, alle ore 11, 15 persone si così ritrovate all’Hotel Principe di Savoia. Un gruppo eterogeneo (10 uomini e 5 donne) che hanno accettato di sborsare la considerevole somma pur di poter ascoltare le chicche di marketing dell’ex imprenditore del gossip. Ad organizzare il corso la società di management di Alehandro Cardia, che già in passato aveva tenuto eventi del genere con in “cattedra” Fabrizio Corona. Tra i presenti c’era anche un giornalista di Vanity Fair, che ha raccontato quanto avvenuto durante questo particolare evento. Per la precisione il titolo della lezione era Comunicazione Efficace – New media, public speaking, videocrazia, advertising strategies e Mktg. Un bel potpourri di questioni che giustificavano ampiamente la durata di 3 ore del corso. Peccato che, in realtà, sia durato molto meno. Sebbene ai partecipanti, infatti, fossero state comunicate le 11 come orario di inizio della lezione, Fabrizio Corona si è presentato solamente alle 13.40. Nella sala molti avevano già dato evidenti segnali si fastidio, ma uno dei presenti, a quanto pare veterano di questi incontri con il professor Corona, ha tranquillizzato i presenti: «Al corso del 2012 arrivò dopo quattro ore, è normale». Quando finalmente Corona ha fatto il suo ingresso, ha salutato i presenti vestito con una semplice maglietta a maniche corte grigia e un paio di pantaloni della tuta. Un abbigliamento che stonava un po’ con quello molto formale dei partecipanti. E già dal saluto il professore era pronto a donare perle ai suoi attentissimi auditori.

 

Stage

Posted by Alehandro Cardia on Domenica 29 novembre 2015

 

Lezione 1

Poco dopo essersi accomodato dietro la grande scrivania in vetro, Corona spiega: «È marketing anche questo. Vestito in maniera così informale io vi lancio un messaggio: “Siete a casa mia e vi sto ricevendo come se foste miei amici, per raccontarvi un po’ di cose in confidenza”». Forse anche il ritardo rientrava in questo astuto piano da professore navigato? In ogni caso, anche se niente di quello che ha affermato fosse stato vero, Corona ha dimostrato di non aver perso la faccia tosta e l’abilità oratoria in questi anni difficili passati in carcere. Tutt’altro.

 

Lezione 2

La seconda lezione di Corona rende i partecipanti parte attiva dell’evento. A uno a uno li interroga, chiedendo loro chi sono, quanti anni hanno e ponendogli domande sulla loro vita e la loro attività professionale. Sebbene i colloqui siano stati molto informali e rapidi, Corona stava cercando di capire chi aveva di fronte, con che “clienti” aveva a che fare. Conoscere le persone per cui si lavora è fondamentale se si vuole fare una buona attività di marketing. Corona passava da domande banali («Che progetti hai per il futuro?») a domande e risposte più impegnate («Credi nella laurea?» «No» «Bravo») o scanzonate (rivolgendosi a Donata, una personal trainer: «Sei signora o signorina? Anche questo è marketing»). Ma soprattutto tutti dovevano dire al professore qual era il loro fatturato annuo. Le cifre non erano affatto male ed è quasi logico domandarsi, allora, se i presenti avessero effettivamente necessità di una lezione di marketing o, piuttosto, avessero voglia di incontrare e conoscere (per 300 euro, è giusto sottolinearlo) un personaggio pubblico controverso ma affascinante quale è Corona.

 

corona stage 3

[Fabrizio Corona e Alehandro Cardia durante lo stage (foto Facebook)]

 

Lezione 3

Arrivati a questo punto, Corona pare regalare la prima e unica vera lezione della giornata. Rivolgendosi a chi, tra i presenti, dà l’impressione di esser lì presente solamente per apprendere qualche dritta per provare a diventare famoso, da vecchio lupo di mare Corona afferma: «Il peccato più grave per un imprenditore è la vanità, con la quale non si mangia. Voi non dovete apparire, se non nel caso in cui la vostra apparizione è prodromica alla vendita del prodotto. Io alla fine della giornata non devo guardare i like sulla mia pagina Facebook, ma quanto ho fatturato». È forse una piccola confessione di Corona, che ammette di esser stato troppo vanitoso in passato? O forse, semplicemente, una nuova ammissione del fatto che tutto ciò che ha combinato negli ultimi anni era qualcosa di studiato? Mistero…

 

Lezione 4

Successivamente, stando a quanto raccontato da Vanity Fair, Corona ha iniziato a sfornare tutto il suo credo teorico, fatto di praticità (meglio gli stage dei libri), autodeterminazione e consigli generico e un po’ banali (sullo stile “crederci fino in fondo”). Ma soprattutto Corona ha messo in guardia tutti i presenti: se si vuole avere successo conta solo una cosa, la cattiveria. «È quella che fa la differenza – spiega il professore –. Non dovete guardare in faccia nessuno».

 

Lezione 5

Ma la parte più interessante dell’incontro è quando Corona ha sottolineato l’importanza del «raccontare una storia». A suo parere un buon imprenditore, quando vende un prodotto, deve vendere anche la sua storia. È quello che la gente compra, non il prodotto in sé. L’esempio portato, ovviamente, è il suo, che attraverso ogni sua attività vende in primis Fabrizio Corona: «La storia di un uomo finito in galera per reati infamanti, con l'immagine distrutta, che in carcere ha studiato diritto, i conti delle sue società, libri, settimanali e, una volta uscito dal carcere, ha ripreso a fatturare più di 3 milioni di euro l’anno». Storytelling lo chiama: è la capacità di costruire attorno a ogni evento e attorno alla propria immagine, un racconto, un messaggio da trasmettere a chi vuole comprare. Corona ha infatti spiegato ai presenti che anche il battage mediatico attorno alla sua ipotetica scarcerazione (prima che avvenisse) non era altro che il risultato di uno storytelling da lui costruito su misura: «Mica Adriano Celentano si è svegliato una mattina e ha chiesto la grazia per Corona. Quella è stata solo la conseguenza di un’operazione di anni e anni di lavoro. In quegli anni di galera non si è mai smesso di parlare di Corona. Questo ha permesso di arrivare a un dibattito, questo mi ha permesso di avere dalla mia tutte queste persone che chiedevano la grazia, le stesse che hanno fatto sì che i magistrati si convincessero che avevo ragione». Chiamatelo scemo.

 

corona stage 2

 [Fabrizio Corona e Alehandro Cardia durante lo stage (foto Facebook)]

 

Lezione 6

E così, tra una perla di saggezza e una confessione leggermente vanesia (ce la passi il professor Corona), si è arrivati alle 15.15, orario in cui Corona ha annunciato ai presenti che, purtroppo, doveva proprio scappare avendo un volo per Palermo poco dopo. Applausi, ringraziamenti, sorrisi. Ma c’è stato il tempo per un’ultima rapida lezione: prima di andarsene, Corona ha chiesto a tutti i partecipanti un numero di telefono, in modo tale che la sua società potesse ricontattarli per fissare un appuntamento singolo. Non si sa se quei numeri sono veramente finiti sulla scrivania di un suo collaboratore o in un cestino appena fuori all’Hotel Principe di Savoia, ma certo è che, così facendo, Corona ha dato l’impressione di essere fortemente interessato alle singole storie dei presenti. E questo nonostante avesse fatto pagare tre ore di lezione a 100 euro l’una e poi sia rimasto in sala per poco più di un’ora e mezza. Ma l’unico a notarlo pare sia stato il giornalista di Vanity. Che maestro ‘sto Corona.

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