Liberata Ikram, studentessa cresciuta a Mozzo: era in cella in Marocco per offese all'Islam
La giovane, di 23 anni, a giugno era stata condannata a tre anni e mezzo di carcere e al pagamento di 50mila dirham per un post ironico pubblicato su Facebook
Era rinchiusa in una cella di Rabat da giugno, condannata in Marocco a tre anni e mezzo di carcere e al pagamento di 50mila dirham (circa 4.800 euro di multa) per offese contro la religione islamica dopo aver condiviso nel 2019 una vignetta satirica su Facebook. Oggi, lunedì 23 agosto, Ikram Nazih, ragazza italo-marocchina di 23 anni, è stata liberata. La giovane era nata a Vimercate, ma aveva vissuto a lungo con la sua famiglia a Mozzo, studiando al liceo linguistico Falcone di Bergamo.
Come riportano i colleghi del portale News Prima, l'annuncio della liberazione è arrivato per voce del sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola, direttamente da Marrackech: «La nostra connazionale sta bene - ha detto Amendola -. Nel processo d'appello sono state ascoltate le ragioni della difesa e, grazie all'ottima collaborazione istituzionale con le autorità locali, Ikram uscirà di prigione».
Al Falcone la giovane aveva ottenuto al maturità nel 2018, concludendo il corso Esabac che permette di diplomarsi in italiano e francese. I professori, all'indomani della notizia della sua carcerazione, avevano ricordato Ikram come una ragazza timida, educata, tranquilla e sempre rispettosa delle regole, anche di quelle imposte dalla religione musulmana. Tanto che in occasione di una pizzata di fine anno si era aspettato che fossero passate le 22 per iniziare a cenare, per rispettare il Ramadan.
«Voglio ringraziare l’ambasciatore italiano in Marocco, Armando Barucco, e il sottosegretario Amendola per l’impegno che hanno dedicato alla causa - ha commentato il ministro Luigi Di Maio -. Assieme abbiamo seguito la vicenda dal primo momento, avendo a cuore unicamente il benessere della nostra connazionale, nel pieno rispetto del lavoro delle istituzioni e della giustizia marocchine».
La colpa della ventitreenne sarebbe stata quella di aver ironizzato sul versetto coranico Kautar, quello in cui si obbligano i musulmani al sacrificio. A inguaiare Ikram era stata un’associazione a carattere religioso che avrebbe denunciato alla polizia di Marrakech il post incriminato, nonostante la giovane lo avesse cancellato poco dopo. La studentessa aveva però negato di essere l’autrice di quel post, dicendo di averlo ripubblicato dopo averlo ricevuto dai suoi contatti. Ikram Nazih, iscritta alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Avignone, il 19 giugno aveva lasciato la Francia per trascorrere le vacanze estive con i nonni e i parenti. Al suo arrivo a Rabat era stata bloccata e portata a Marrakech.
La vicenda ha recentemente tenuto banco anche in Parlamento, dove Massimiliano Capitano, deputato brianzolo della Lega e capogruppo della Commissione Vigilanza Rai, aveva presentato come primo firmatario un'interrogazione in merito.
«La notizia della librazione di Ikram arriva come un raggio di sole atteso e meraviglioso – ha affermato Capitano -. Finalmente la giovane studentessa nata a Vimercate torna a rivedere la luce e a riabbracciare i propri cari dopo un'esperienza terribile e dolorosa. Ora ci auguriamo che, nel rispetto della religione e dell'autonomia di ogni Stato, vicende come queste non debbano ripetersi mai più».