Conti in rosso e futuro poco roseo

Sky ha sempre meno abbonati

Sky ha sempre meno abbonati
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Era il 2003 quando il magnate australiano Rupert Murdoch sbarcava sul mercato satellitare italiano e fondava Sky Italia, sulle ceneri ancora fumanti della chiusura di Tele+ e Stream. L’obiettivo della branca italiana dell’impero mediatico di Murdoch era quello di raggiungere, nel giro di dieci anni, i 5 milioni di abbonati e la meta è stata raggiunta nell’ottobre del 2011, quando l’agognata soglia fu superata. Il problema è che, da quel momento, invece che aumentare il proprio bacino d'utenza, Sky ha iniziato una discesa apparentemente inarrestabile: a giugno del 2012 gli abbonati italiani erano scesi a quota 4 milioni e 902 mila, dodici mesi dopo 4 milioni e 756 mila. Al giugno del 2014 la perdita è stata di altri 25 mila abbonamenti, toccando i 4 milioni e 725 mila utenti. In meno di tre anni, Sky Italia ha dunque perso ben 275 mila clienti circa. Non pochi, soprattutto se, contemporaneamente, sono saliti i costi per la trasmissione degli sport.

Conti in rosso e un futuro poco roseo. I risultati del secondo semestre del 2014 di Sky Italia sono stati presentati dalla società controllante 21st Century Fox. La roccaforte italiana dell’impero di Murdoch ha chiuso, per il secondo anno consecutivo, con i conti rosso, precisamente per 8 milioni di euro. Sicuramente meno dei 138 milioni del 2013, ma è una perdita consistente, dovuta principalmente a due motivi: il calo del fatturato, passato a 2 miliardi e 846 milioni di euro con un meno 2,2% rispetto ai 2 miliardi e 911 milioni di dodici mesi fa, e l’aumento dei costi, legati soprattutto alla trasmissione di grandi eventi sportivi in esclusiva quali Olimpiadi e Mondiali di calcio. Nel 2013, nonostante 150 mila abbonati persi, i ricavi erano stati incrementati in modo consistente, ma il crollo del mercato pubblicitario, tra 2013 e 2014, ha dato un duro colpo ai conti dell’emittente. Una preoccupazione non da poco, soprattutto se si tiene conto che i tanti sportivi abbonati a Sky non sono certamente contenti della programmazione futura: se quest’anno la Champions League è infatti in esclusiva, la tv di Murdoch ha invece perso l’Europa League (in cui giocheranno, play-off permettendo, Inter, Napoli e Torino), che passa ai rivali di Mediaset Premium. Ma il peggio deve ancora venire: nella stagione 2015/2016 la situazione si invertirà, con il biscione che si è aggiudicato, per tre anni, l’esclusiva assoluta dei diritti tv della Champions League. Il rischio che, in assenza di un accordo tra le due emittenti, Sky perda una fetta così importante della propria programmazione sportiva, non fa dormire sonni tranquilli ai piani alti, consapevoli che ciò possa comportare un ulteriore calo degli abbonati. Ciò senza contare che, attualmente i prezzi dei pacchetti di Sky sono ben superiori a quelli dei rivali.

Murdoch sorride comunque, Zappia no. Nonostante la non idilliaca situazione di Sky Italia, Rupert Murdoch può comunque sorridere. Il gruppo 21st Century Fox, di cui fa parte anche la rete italiana, ha registrato, nel quarto trimestre fiscale, un utile di 999 milioni di dollari, migliorando decisamente rispetto all’anno passato, quando il gruppo aveva chiuso con un passivo di 371 milioni di dollari. Il 25 luglio scorso la società ha reso nota la cessione del 100% di Sky Italia e Sky Deutschland alla britannica BSkyB, altra società di cui Murdoch controlla più del 39%. Se la rete satellitare italiana ha perso abbonati, decisamente meglio ha fatto invece la “parente” tedesca, che tra aprile e giugno ha conquistato 82 mila clienti, salendo a quota 3 milioni e 81 mila utenti complessivi. L’intera operazione di cessione dovrebbe valere circa 9,3 miliardi di dollari. Rupert Murdoch libera così la 21st Century Fox di due pesi non da poco come Sky Italia e Sky Deutschland e le permette di continuare a correre liberamente verso un continuo aumento dei ricavi, ma allo stesso tempo mette sotto l’occhio vigile della controllata satellitare inglese le due aziende. Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia (che conta 5 mila e 500 dipendenti e 180 canali), dovrà lavorare, in accordo con i nuovi colleghi d’Oltremanica, ad un rinnovamento dell’offerta se non vuole che l’emorragia di clienti diventi inarrestabile.

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