Libia, si avvicinano i raid degli Usa E l'Italia mette da parte la prudenza
Intervento militare si, intervento militare no. Il nodo Isis in Libia passa anche attraverso questo dilemma. Perché dopo che il presidente americano Barack Obama improvvisamente è sembrato essersi riscoperto interventista - complice anche la vicina scadenza del suo mandato -, è tornata prepotente la questione dell’opportunità di condurre raid aerei in Libia per sconfiggere lo Stato Islamico.
La minaccia Isis sempre più forte. Un’operazione non priva di rischi, dato che da Tripoli a Bengasi il Paese è devastato da un conflitto interno in cui l'Isis si è inserito per trarre giovamento da una situazione di confusione e incertezza. Ma lo Stato Islamico in Libia è sempre più forte e la minaccia è altissima. Per questo motivo Obama si sarebbe deciso a dare il suo ok a un intervento che sembra essere imminente. Un’operazione a cui parteciperanno Stati Uniti, Italia, Francia e Regno Unito. Questi Paesi, secondo quanto riportato dalla stampa americana nei giorni scorsi riferendo di un incontro avvenuto a Roma tra funzionari della Difesa, starebbero già mettendo a punto i piani di sostegno militare alla Libia, da attuare una volta insediato il nuovo governo di unità nazionale, per arginare la minaccia posta dai jihadisti.
[La firma dell'accordo sul nuovo governo libico]
Morocco Libya Peace Talks
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Aiutare il processo politico dalla Libia. L’obiettivo che starebbe dietro l’intervento è quello di favorire e sostenere un «processo politico di lungo termine», ha spiegato il generale dei Marines Joseph Dunford, capo degli Stati Maggiori Congiunti. Il quale ha aggiunto che «in Libia servono azioni militari risolute per fermare l’espansione dell’Isis», per le quali l’ordine a intervenire dovrebbe arrivare entro poche settimane. Forse, addirittura, giorni poiché la data fissata per l’insediamento del nuovo governo di unità nazionale, al quale non è ancora permesso di entrare nel Paese, è il 29 gennaio. Solo dopo quella data si potrà interloquire con un ministro della Difesa libico con il quale cercare dapprima un confronto politico e poi procedere con l’intervento armato.
La questione del ministero della Difesa libico. Tra i favoriti al ruolo di ministro della difesa c’è Al Mahdi Al Barghathi, uno dei comandanti dell'esercito della Libia orientale, impegnato nella lotta contro gli estremisti islamici, compresa la cellula locale del sedicente Stato Islamico a Bengasi. Fa parte della "operazione Dignità" facente capo al parlamento di Tobruk (quello che uscì vincitore dalle elezioni del 2014 e venne riconosciuto dalla comunità internazionale) e comandata dal generale Khalifa Haftar. Tuttavia di Haftar Al Mahdi è rivale. Tutto sta, inoltre, nel vedere chi sarà designato al ruolo di capo di Stato Maggiore, dato che tra i candidati figura lo stesso generale Haftar.
Il ruolo dell’Italia. L’Italia fino a ieri sembrava aver adottato la linea della prudenza, anche perché gli interessi economici in ballo sono tanti, e il rischio di scalfire il proprio prestigio nell’ex colonia è assai concreto. Tuttavia è notizia di oggi l’annuncio che «L'Italia è pronta ad azioni militari». Lo riporta Repubblica citando fonti vicine a Palazzo Chigi. L’intervento sembra essere quindi imminente, anche se dovrà avvenire «su richiesta del governo di Tripoli e nel quadro dettato dalle risoluzioni dell'Onu».
[Militari italiani recuperano soccorrono soldati libici feriti in un attacco jihadista]
Un'immagine del trasporto in Italia di 15 libici rimasti feriti nell?attacco terroristico presso il centro addestrativo della polizia costiera di Zliten. Il Ministero della Difesa ha messo a disposizione i propri assetti specialistici e operativi coordinati dallo Stato Maggiore della Difesa. I pazienti sono stati trasportida Misurata (Libia) a Ciampino (Roma) su un velivolo da trasporto C-130J della 46ma Brigata Aerea dell?Aeronautica Militare. La ricezione e l?assistenza sanitaria a bordo è stata garantita da un equipe interforze di 14 medici, infermieri specializzati e assistenti di sanità tutti provenienti dal Policlinico Militare del Celio in Roma, 11 gennaio 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA MINISTERO DELLA DIFESA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Un'immagine del trasporto in Italia di 15 libici rimasti feriti nell?attacco terroristico presso il centro addestrativo della polizia costiera di Zliten. Il Ministero della Difesa ha messo a disposizione i propri assetti specialistici e operativi coordinati dallo Stato Maggiore della Difesa. I pazienti sono stati trasportida Misurata (Libia) a Ciampino (Roma) su un velivolo da trasporto C-130J della 46ma Brigata Aerea dell?Aeronautica Militare. La ricezione e l?assistenza sanitaria a bordo è stata garantita da un equipe interforze di 14 medici, infermieri specializzati e assistenti di sanità tutti provenienti dal Policlinico Militare del Celio in Roma, 11 gennaio 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA MINISTERO DELLA DIFESA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Un'immagine del trasporto in Italia di 15 libici rimasti feriti nell?attacco terroristico presso il centro addestrativo della polizia costiera di Zliten. Il Ministero della Difesa ha messo a disposizione i propri assetti specialistici e operativi coordinati dallo Stato Maggiore della Difesa. I pazienti sono stati trasportida Misurata (Libia) a Ciampino (Roma) su un velivolo da trasporto C-130J della 46ma Brigata Aerea dell?Aeronautica Militare. La ricezione e l?assistenza sanitaria a bordo è stata garantita da un equipe interforze di 14 medici, infermieri specializzati e assistenti di sanità tutti provenienti dal Policlinico Militare del Celio in Roma, 11 gennaio 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA MINISTERO DELLA DIFESA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Un'immagine del trasporto in Italia di 15 libici rimasti feriti nell?attacco terroristico presso il centro addestrativo della polizia costiera di Zliten. Il Ministero della Difesa ha messo a disposizione i propri assetti specialistici e operativi coordinati dallo Stato Maggiore della Difesa. I pazienti sono stati trasportida Misurata (Libia) a Ciampino (Roma) su un velivolo da trasporto C-130J della 46ma Brigata Aerea dell?Aeronautica Militare. La ricezione e l?assistenza sanitaria a bordo è stata garantita da un equipe interforze di 14 medici, infermieri specializzati e assistenti di sanità tutti provenienti dal Policlinico Militare del Celio in Roma, 11 gennaio 2016. ANSA/ UFFICIO STAMPA MINISTERO DELLA DIFESA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Le truppe. Nei giorni scorsi il quotidiano arabo al Sharq al Awsat ha riferito che alcune unità delle forze speciali di Stati Uniti, Regno Unito e Russia sarebbero già in Libia, e il loro ruolo è quello di preparare la missione in difesa del nuovo governo di riconciliazione nazionale libico. A giorni dovrebbero arrivare anche le armate francesi. Anche sul versante italiano le truppe cominciano a muoversi. È significativo che siano stati schierati quattro cacciabombardieri ricognitori AMX dalla base trevisana di Istrana a Trapani-Birgi. Si tratta di aerei da attacco e ricognizione, che appartengono a uno dei reparti operativi di punta dell’Aeronautica in termini di esperienza di combattimento. Per anni sono stati impiegati in Afghanistan. Non è un dato indifferente, poi, il loro spostamento su Trapani, l’aeroporto che, durante la guerra del 2011, ha rappresentato la base principale delle operazioni in partenza dall’Italia alla volta di Tripoli. Oggi i quattro cacciabombardieri, oltre a effettuare le previste esercitazioni sui poligoni sardi, garantiscono dalla base siciliana la capacità di intervenire in tempi rapidi a difesa degli interessi italiani in Libia, prima di tutto a protezione di Melitha, il terminal del gas gestito dall’Eni che già nelle scorse settimane è stato preso d’assalto dall’Isis.