Licenziate nonostante il blocco del Governo: due donne reintegrate e rimborsate
Il tribunale di Lecco ha dato ragione a due dipendenti di una società che opera nel campo della ristorazione
La chiusura delle sedi operative o la riduzione del personale per crisi acclarata non sono sufficienti per chiudere un rapporto lavorativo con i dipendenti. È quando evidenzia l’ufficio vertenze della Cisl, fornendo gli esiti delle prime sentenze pronunciate in merito ai licenziamenti avvenuti nel periodo di blocco.
In due specifici procedimenti, infatti, il tribunale di Lecco ha dato ragione al sindacato consentendo a due lavoratrici, Maria Azzurra e Vanessa, assistite dall’avvocato Aldo Arena, dipendenti di un imprenditore di origini cinesi, di ottenere gli stipendi non versati oltre al reintegro sul posto di lavoro.
Secondo il tribunale, pur trattandosi per entrambe le ragazze di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo dovuto alla riduzione del personale e alla riorganizzazione per una più economica gestione dell’impresa, era già attivo il decreto del Governo che “«rappresenta la risposta del legislatore alla naturale esigenza di salvaguardare i posti di lavoro in ragione di una contrazione economica ed organizzativa non determinata da logiche di mercato, ma dalla diffusione di una pandemia a livello globale con conseguente chiusura delle attività produttive non essenziali per disposizione del Presidente del Consiglio dei Ministri».
Di conseguenza il giudice del lavoro di Lecco ha condannato il titolare della società, che opera nel campo della ristorazione, a corrispondere alle due donne l’importo degli stipendi non versati, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria dalla maturazione del credito al saldo, ordinando la reintegrazione nel posto di lavoro. La sentenza ha condannato il titolare anche al pagamento a entrambe di un’indennità pari all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del Tfr, oltre ai contributi previdenziali ed assistenziali per il medesimo periodo.
«Queste sentenze sono molto importanti – sottolinea Alberto Citerio, direttore dell’ufficio vertenze della Cisl di Bergamo - perché consentono di esercitare una tutela forte e universale che dà dignità a tutti i lavoratori di fronte ad un'emergenza sociale ed economica senza precedenti».