L’incubo di ogni pensionato è realtà Niente assegni per un banale errore
Voleva festeggiare con una pizza il suo settantesimo compleanno, così è andato al Bancomat a prelevare. Ma non c’erano soldi sul conto, quindi niente contanti. Entrato in filiale, l’incubo di ogni pensionato si è materializzato: l’Inps ha smesso di pagare gli assegni, senza alcun tipo di comunicazione, da due mesi. Curiosa vicenda quella raccontata oggi da L’Eco di Bergamo. Protagonista Walter Fardelli, di Costa Volpino.
Cosa è successo. Al call center dell’Inps non è riuscito a parlare con qualcuno che avesse seguito la sua pratica. Allora Fardelli si è rivolto al patronato della Cgil a Lovere. La prima scoperta è stata che gli assegni di marzo e aprile erano stati interamente trattenuti per un conguaglio fiscale. Poi è stato trovato l’errore. «In pratica – racconta il 70enne a L’Eco - la certificazione unica che contiene i miei redditi conteneva un dato sbagliato: all’Inps e all’Agenzia delle entrate risultava che avevo ricevuto due volte la “doppia annualità” per la pensione di reversibilità di mia moglie quando sono rimasto vedovo». Lui, però, estratto conto alla mano, quel doppio importo che ha causato il blocco della pensione non l’ha ricevuto.
L’Inps ammette. Vittorio Feliciani, direttore dell’Inps di Bergamo, conferma la versione ricavata dal patronato. L’istituto sta ora ultimando i controlli «ma già da maggio – annuncia Feliciani – al pensionato di Costa Volpino almeno una parte dell’assegno tornerà ad essere erogato. Poi gli assegni persi nei mesi di marzo e aprile verranno recuperati, con tempi e modi che però non sono ancora definiti».
«Almeno un avviso». Fardelli, ex operaio nelle aziende siderurgiche dell’alto Sebino, ha voluto raccontare la sua storia per impedire che qualcun altro si ritrovi nella sua stessa situazione. Perché tagliare l’unica fonte di reddito senza neppure un avviso non gli sembra giusto. «Il problema del signor Fardelli nasce dall’incrocio di due banche dati nazionali, quella dell’Inps e quella dell’Agenzia delle Entrate», spiega Feliciani. Quindi l’Inps provinciale non c’entra. Ma, concorda, la mancanza di è una cosa sbagliata: bisogna cambiare qualcosa nel rapporto con il pubblico. O almeno che ci sia, questo rapporto.