aveva 90 anni

L'industria e lo sport di Bergamo piangono un grande. È morto Aldo Arizzi

Primo di dieci fratelli e da ragazzo fattorino della Ansaldo, entra nell'azienda di famiglia, la Arizzi fonderie. La svolta quando diventa socio della Somet, l'attuale Itema. La passione per il canto, i concerti con il coro in tutto il mondo, l'amore per lo sport e le partite a scopa con don Aldo Nicoli e Pierino Persico

L'industria e lo sport di Bergamo piangono un grande. È morto Aldo Arizzi
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di Fabio Gualandris

È un giorno di lutto per l’industria e lo sport di Bergamo. Oggi, mercoledì 22 aprile, è morto Aldo Arizzi, classe 1930, originario di Fiorano al Serio, aveva compiuto 90 anni lo scorso 6 febbraio. Primo di dieci fratelli, Aldo Arizzi ha iniziato a sostenere la propria numerosa famiglia già all'età di 14 anni, nel Dna aveva la cultura del lavoro.  Da fattorino alla Ansaldo alla fonderia costituita dal padre il passo è stato naturale, un’attività che negli anni cresce superando anche la crisi che il settore attraversa negli anni Settanta, grazie a centrati progetti di espansione.

“Arizzi fonderie” nasce nel 1954 da una forte passione artigianale di Giovanni Arizzi - padre di Aldo - per la fonderia e le lavorazione meccaniche. Nel 1971 si trasferisce negli attuali stabilimenti di Albino in via Partigiani su una superficie di oltre 20.000 mq. Arizzi Fonderie San Giorgio S.p.A. nel tempo ha conseguito la professionalità in diversi settori, grazie a un'equipe altamente qualificata, orientata alla ricerca e allo sviluppo, in grado di percepire le necessità tecniche del cliente e rispondere adeguatamente alle sue richieste.

La svolta imprenditoriale avviene quando da fornitore Aldo Arizzi diventa socio della Somet, l’azienda specializzata nella produzione di telai fondata da Gianni Radici e Nello Pezzoli, della quale Arizzi, il fratello Francesco e l’amico Gianni Torri arrivano a detenere il 25 % delle quote. La società si afferma sul mercato nazionale e internazionale, e assume un ruolo di leader con insediamenti produttivi in Cina e negli Stati Uniti, oltre ad acquisire importanti partecipazioni in società nazionali ed estere. In seguito a nuove acquisizioni, l’azienda diventa prima Promatech poi Itema, società di cui Arizzi è stato presidente fino al 2011.

Accanto agli impegni professionali, Arizzi ha trovato il tempo per coltivare proprie passioni personali: quella per il canto, con il coro Incas del maestro Bordignon, che ha tenuto concerti in tutto il mondo, compresi quello in Inghilterra alla presenza della Regina Elisabetta e la partecipazione al Festiva di Sanremo; quella per il calcio, nata sui campi dell’oratorio di Fiorano (in questo sport Arizzi ha visto concretizzarsi due sogni nel cassetto: giocare sul campo dell’Atalanta e diventarne sponsor e dirigente).

Testimonia la grande passione sportiva di Aldo Arizzi l’Accademia dello Sport per la Solidarietà Bergamo che lo ricorda come pietra miliare dell’associazione stessa, di cui è stato tra i fondatori e per anni consigliere sempre in prima linea, sia nel mondo dello sport che per quanto riguarda la beneficenza. Giovanni Licini, membro del direttivo dell’Accademia, lo ricorda «come un uomo solare, amante della vita, della famiglia e del lavoro. Di lui ricorderemo sempre la grande passione per il suo roccolo sul Monte Alino, l’amore per il tennis, le tante partite a scopa con don Aldo Nicoli e Pierino Persico, la sua grande generosità, sempre discreta a favore dei suoi collaboratori e di chi era in difficoltà. All'Accademia mancherà tantissimo».

Sempre l’Accademia dello Sport sottolinea che «Arizzi è stato uno dei pionieri del nostro torneo di tennis, per anni ha ricoperto la carica di consigliere dell’Atalanta, ma soprattutto ha trascorso la sua esistenza dedicandosi al lavoro, dalle Fonderie Arizzi ad Albino fino all'incontro con Gianni Radici e la nascita di quello che sarebbe diventato il Gruppo Itema a Colzate. Lo vogliamo ricordare con un breve estratto dalla storia dell’Accademia quando, nel 2003, ad Arizzi venne consegnato il 1° Golden Vip: “Uno dei pionieri del Vip. Industriale della Val Seriana. La sua vita è quasi un romanzo dove volontà e imprevisto, passione e ragione si contendono il ruolo di protagonista. E in questa situazione vince sempre la passione. La passione per il lavoro, per la musica, per il calcio, per la natura e soprattutto per la famiglia, non solo la sua, la famiglia dell’Azienda, del suo paese (Fiorano), della sua Valle e del mondo intero che Aldo ha percorso in ogni latitudine e longitudine per scoprire che il posto più incantevole e rilassante è il roccolo sulle montagne di casa”».

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