357 milioni su 319 abitanti

L'irrisolta questione delle armi Usa Dopo la strage di Las Vegas

L'irrisolta questione delle armi Usa Dopo la strage di Las Vegas
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Quando domenica il signor Stephen Paddock ha preso possesso della sua camera prenotata al 32esimo piano del Mandalay Bay di Las Vegas, aveva con sé un bagaglio di dimensione non indifferente. Infatti, chiusi dentro sacche da golf, teneva 19 fucili di cui due di precisione dotati di ottica e di treppiede. Insomma un vero arsenale di cui si era legittimamente dotato senza che nessun controllo incrociato potesse sollevare un sospetto rispetto a questa sua inquietante passione. In quasi tutti gli Stati americani chiunque abbia più di 21 anni può acquistare una pistola, mentre i maggiori di 18 anni possono acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. Basta presentare un documento di identità: il venditore si limita a registrare i dati e associarli all’arma: ma nelle vendite tra privati la legge è meno restrittiva. Negli Stati Uniti si può contare su migliaia di negozi in cui si possono acquistare le armi, in alcuni casi ci sono persino aree dedicate dei grandi supermercati.

 

https://youtu.be/6rlhQv-zE3c

 

Controlli preventivi, i cosiddetti background check, sono effettuati solamente per gli acquisti di armi nei negozi: il venditore deve passare i dati del compratore all’FBI che verifica precedenti penali dell’acquirente o se fa uso di droghe. Ma sono minimi i casi di divieto di vendita, che riguardano l’1 per cento dei casi. Il risultato è quello reso noto dal Report del Congressional Research Service dove si afferma che negli Usa circolerebbero 357 milioni di armi da fuoco contro una popolazione di soli 318,9 milioni di persone. Ma il dato ancor più preoccupante è un altro: nelle mani del 20 per cento dei possessori  si concentra il 65 per cento delle armi. E Stephen Paddock faceva proprio parte di questo 20 per cento.

Perché gli Usa non sono mai riusciti ad arginare questo fenomeno che dal 1982 a oggi ha causato oltre 60 grandi stragi causate da armi da fuoco? Se si allarga il concetto di sparatoria di massa a quelle che causano almeno quattro morti, nel solo 2015 sono state ben 352. Il problema sta addirittura nella Costituzione, dove il Secondo Emendamento sancisce che «essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto». Ovviamente basta poco a capire quanto sia oggi anacronistico questo passaggio della Costituzione: si tratta di un articolo adottato il 15 dicembre 1791, in tempi decisamente differenti.

 

Il documentario Bowling for Columbine di Michael Moore, premio Oscar 2003,
dedicato all'uso delle armi negli Usa, con riferimento alla strage della Columbine High School.

 

Anche se l’opinione pubblica appare sempre più orientata verso un restringimento delle regole, i decisori politici sono tenuti sotto controllo dalle lobby dell’industria delle armi, lobby potenti come NRA, Safari Club International, Gun Owners of America and the National Association for Gun Rights. Per avere un’idea dei soldi che circolano nei palazzi del potere, i 52 lobbisti che rappresentano le dieci maggiori aziende nel 2014 avrebbero avuto a disposizione 12 milioni di dollari per orientare le decisioni a livello politico. Non è un caso che la prima reazione di Donald Trump ieri dopo la strage di Las Vegas sia stato l’invito a non parlare della questione delle armi...

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