Litiga con moglie e suocera, le minaccia con un fucile da caccia: in cella 23enne albanese
Il giovane deve rispondere di minaccia aggravata, porto e detenzione d’armi abusiva, ricettazione e maltrattamenti in famiglia
Minaccia aggravata dall’uso delle armi, porto e detenzione d’armi da sparo abusiva, ricettazione e maltrattamenti in famiglia. Queste le accuse a carico di un albanese di 23 anni finito in carcere dopo che ieri (mercoledì 11 agosto) a Fara Gera d’Adda, ha imbracciato un fucile da caccia e minacciato di morte moglie e suocera.
Era tarda sera quando il ventitreenne, pluripregiudicato, ha avuto un battibecco con la consorte, nato da futili motivi. A un certo punto il giovane ha deciso di troncare la discussione e si è allontanato da casa. Peccato però che al ritorno avesse tra le mani l’arma da fuoco con cui ha minacciato di morte la moglie e la suocera, arrivata per difendere la figlia. L’uomo, fortunatamente, non è passato dalle parole ai fatti ed è scappato, dileguandosi.
Le due donne hanno segnalato l’accaduto al 112 e i carabinieri di Treviglio si sono messi alla ricerca del ventitreenne, armato. Il giovane è stato rintracciato e arrestato dai militari della sezione Radiomobile a casa della suocera, dove si era nascosto e aveva minacciato anche gli altri parenti. Il fucile da caccia sovrapposto calibro 12, tra l’altro, era stato rubato a novembre e nascosto in un magazzino.