Il caso

Il Comune scivola sul Polaresco Assegnato a ragazzi della Ponchia

Il Comune scivola sul Polaresco Assegnato a ragazzi della Ponchia
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Per qualcuno si tratta di uno scivolone mediatico che si sarebbe potuto evitare, per altri una gaffe politica tale da dover comportare le dimissioni di un assessore, per altri ancora, invece, semplicemente una bolla di sapone senza conseguenze.

L'assegnazione al Progetto Negus. Certo è che, nelle ultime settimane, è montata la polemica attorno ai presunti legami tra il Kollettivo Autonomo Popolare che dal dicembre 2013 occupa Cascina Ponchia e i ragazzi del “Progetto Negus” che hanno vinto il bando di aggiudicazione del Polaresco, lo spazio giovanile comunale di Longuelo. La pratica di assegnazione è stata chiusa il 28 settembre con l’apertura delle buste. Prima che però venisse reso noto il nome del progetto vincente sono passati diversi giorni. Giorni in cui, filtra da Palazzo Frizzoni, sono stati fatti accertamenti presso la Questura circa gli eventuali precedenti penali dei sei giovani tra i 25 e i 29 anni che fanno parte del “Progetto Negus”. L’annuncio della loro vittoria è così arrivato soltanto dopo il via libera delle autorità.

 

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La planimetria del Polaresco allegata al bando.

 

La contestazione di Ribolla. Eppure una nota stridente rimane. È stata la Lega a renderla di pubblico dominio, dopo che per diverse settimane i sussurri e le indiscrezioni si erano rincorse. Alla fine, il capogruppo del Carroccio Alberto Ribolla ha deciso di tenere una conferenza stampa, intitolata Il Polaresco okkupato, per spiegare il motivo per cui, il 19 ottobre, la Lega ha avanzato al Comune una richiesta di accesso agli atti del bando. Ciò che la Lega contesta, nello specifico, è il legame di almeno cinque dei sei membri del “Progetto Negus” con il Kollettivo che oramai da tre anni occupa Cascina Ponchia. L’accusa mossa a Palazzo Frizzoni è quella di aver consegnato uno spazio comunale in mano a gente che da anni, in maniera del tutto abusiva, occupa una proprietà pubblica.

 

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La Cascina Ponchia è occupata abusivamente dal dicembre 2013.
È in corso un processo penale contro tre soggetti accusati del reato di occupazione.

 

La risposta dell'assessore Gandi. Capire che questo legame non è campato per aria è semplice. I nomi dei ragazzi sono pubblici e basta visitare i profili delle rispettive pagine Facebook per rinvenire continui richiami alle attività del Kollettivo. Uno di loro, il 18 ottobre, scriveva: «Abbiamo vinto il bando per il Polaresco», ottenendo in risposta 133 “mi piace” e una trentina di commenti da molte persone vicine o parte del Kollettivo. Il Comune, però, non ritiene che questi elementi giustifichino un annullamento dell’assegnazione: «Quando ero studente universitario, più di una volta ho frequentato centri sociali occupati - spiega l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi -. Per feste, concerti, eventi. Non sempre condividevo quelle battaglie, spesso non venivo accolto a braccia aperte, ma ci andavo. Avevo amici che li frequentavano abitualmente. E allora non dovrei fare l'assessore alla Sicurezza? Non credo. E poi, escludere qualcuno da una gara ha delle ricadute, amministrative e legali».

 

Sergio Gandi vicesindaco di Bergamo

Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi.

 

C'è stato conflitto d'interesse? Oltre alle simpatie dei membri del “Progetto Negus” per il Kollettivo, però, c’è di più. Uno dei membri della Commissione che ha valutato le proposte pervenute per il Polaresco, Sergio Capitanio, è il fratello di uno dei tre soggetti finiti a processo proprio per l’occupazione della Ponchia, Carlo Capitanio. Un dato che, alla Lega in primis, pare un evidente conflitto d’interessi. Sergio Capitanio ha però spiegato che «mi è stato chiesto di fare parte della Commissione per la mia esperienza. Abbiamo valutato i progetti, quello che fanno le persone nella loro vita privata io non lo so. Conosco solo uno dei ragazzi del gruppo e ho saputo del legame con la Ponchia solo dopo l’aggiudicazione». L’assessore Gandi aggiunge: «Non possiamo indagare il patrimonio genetico o le esperienze di vita di chi si presenta alle gare. Se sono state violate delle norme da parte dell'Amministrazione, è giusto che ne risponda, altrimenti non vedo dove stia il problema». La Lega, però, non è d’accordo e Ribolla ha dichiarato che «porteremo il caso in commissione Trasparenza, il bando va annullato. E chiederemo le dimissioni dell’assessore alle Politiche giovanili Maria Carolina Marchesi». Dal canto suo, l’assessore Marchesi ha preferito non esporsi eccessivamente sulla faccenda, affermando solo, al Corriere Bergamo, che «la procedura è assolutamente corretta. Non ci risultano commistioni né che Sergio Capitanio frequenti la Ponchia». Ha poi chiuso la questione: «La pratica è stata istruita dagli uffici, la politica è fuori».

 

Nessun ricorso ma la polemica resta. Resta il fatto che, al momento, nessuno degli altri partecipanti al bando ha presentato ricorso. «Ce lo hanno sconsigliato», fa sapere uno di loro, che preferisce rimanere anonimo. Forse perché, legalmente, i margini di vittoria sono minimi. Sebbene i membri del “Progetto Negus” frequentino e conoscano chi occupa la Ponchia, questo non può essere certo un reato. Il dubbio, semmai, è legato all’opportunità di consegnare uno spazio giovanile a persone che, progetto alla mano, hanno intenzione di ricalcare iniziative che già hanno luogo (abusivamente) alla Ponchia, portando la Lega a parlare di una «okkupazione legalizzata». E vicine a quello stesso Kollettivo finito davanti a un giudice in un processo in cui il Comune stesso s’è costituito parte civile.

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