Schianto mortale a Villa di Serio, Gregorelli: «Il camion ha colpito la mia auto: mi sento un miracolato»
L'ex consigliere comunale di Bergamo era il conducente dell'altra macchina coinvolta nell'incidente, nel quale è morto Silvano Moraschini
«Ho visto il camion che mi arrivava addosso, l'autista ha cercato di frenare e la mia macchina è stata colpita. Dopodiché ha cominciato a girare». Fabio Gregorelli, ex consigliere comunale della Lega a Bergamo, era il conducente della terza macchina coinvolta nell'incidente di ieri pomeriggio (lunedì 3 luglio) a Villa di Serio, nel quale è morto Silvano Moraschini, di Valbondione.
Gregorelli è stato dimesso dal Bolognini di Seriate, dove era stato portato in seguito all'accaduto, in tarda serata dopo quasi cinque ore di ricovero. Le immagini dello scontro continuano a scorrergli davanti agli occhi, sarà difficile dimenticare. Il pensiero va anche ai parenti della vittima: «Vorrei esprimere le mie condoglianze alla sua famiglia. Mi sento fortunato, anzi miracolato: se il tir non avesse in parte smorzato la sua corsa, prendendomi frontalmente invece che di lato, forse le cose per me sarebbero andate in maniera diversa».
«Ho visto pezzi d'auto volare per aria»
L'ex consigliere ripercorre gli eventi di quella giornata: era partito da Gazzaniga per un appuntamento a Bergamo, a bordo della sua Toyota C-Hr grigia. Aveva imboccato la provinciale 35 intorno alle 14,45. Dopo qualche chilometro di strada, attorno alle 15 ha visto la Mercedes Classe A, sulla quale viaggiava Moraschini, venire centrata dal mezzo pesante che andava in direzione della Val Seriana: «La sua auto mi stava davanti, tra me e lui ce n'era un'altra. Nell'impatto, ho visto pezzi di rottami e metallo che volavano ovunque, la macchina è andata in mille pezzi». Poi, si è accorto che il camion non era ancora riuscito ad arrestare la sua avanzata e che era diretto verso di lui.
«Ha invaso la mia corsia, stava frenando per cercare di rallentare. Mi è andato addosso sul lato anteriore sinistro, quello del guidatore. La mia Toyota ha ruotato su se stessa, poi a un certo punto si è arrestata». Si sta ancora cercando di ricostruire le dinamiche esatte dell'accaduto: l'esponente del Carroccio non è sicuro che sia stata la Mercedes di Moraschini a invadere l'altra corsia, anche se ne ha avuto l'impressione. Il condizionale è d'obbligo.
«Le sue condizioni erano disperate»
«Dopo lo scontro, sono rimasto in macchina, tra me e quella della vittima c'era il tir. Poi sono arrivati i pompieri e l'hanno estratto dalle lamiere. Credo abbiano tentato di rianimarlo ma, da quel che ho sentito in quegli attimi, le sue condizioni erano apparse fin da subito disperate. L'autista del camion era davanti alla mia vettura: era sconvolto, non parlava». Il personale del 118 si è occupato anche di lui: «Mi hanno controllato e verificato la sensibilità alle gambe. In seguito, mi hanno bloccato e messo su barella, applicandomi anche il collare. Infine, mi hanno caricato sull'ambulanza che mi ha portato all'ospedale di Seriate».
Avverte ancora un po' di dolori, in particolare al collo, alla parte sinistra del corpo (quella che ha preso in pieno l'urto delle tonnellate in corsa) e un po' al lato destro, ma c'è anche l'effetto di quel ricordo impresso nella memoria. «Sulla provinciale 35 gli incidenti capitano spesso, io stesso ho assistito a diversi episodi meno gravi. Stavolta, però, l'esito è stato fatale».