Lo studio sui postumi da Covid. Per il progetto servono altre 250 persone
Finora a RoccoBergamo hanno aderito 450 volontari. La ricerca dura un anno e offre gratuitamente una specifica riabilitazione nei centri di specializzazione. I dati verranno presentati in un convegno internazionale che si terrà in città.
Quali segni lascia il Covid-19 sulle persone che l’hanno contratto? Si aggiunge dolore al dolore? Indagare le persone che hanno vissuto la malattia, dalle forme meno gravi curate in casa a quelle più gravi curate in terapia intensiva, è l’obiettivo di Rocco Bergamo. «Perché il progetto abbia un riscontro scientifico serve lo screening di 700 persone. Al progetto, finora, hanno aderito 450 pazienti. Ne mancano altri 250», è l’appello lanciato dal dottor Maurizio Maggioni, luminare di Odontoiatria, nonché responsabile del Call Center Covid-19 Rotary Bergamo 2042, tra i principali organizzatori del progetto Rocco. Il progetto vuole indagare le conseguenze che il Covid-19 ha lasciato in eredità alle persone colpite, dopo la malattia. Le persone da indagare sono suddivise in cinque gruppi, che vanno da un grado tra meno grave a gravissimo, curate a casa o finite all’ospedale. A disposizione del progetto un gruppo di 50 medici che effettuerà ogni due mesi, per la durata di un anno, una valutazione clinica di tutte le persone che volontariamente aderiscono al percorso di ricerca. Lo studio non monitora soltanto lo stato di salute dei pazienti, attraverso il prelievo del sangue, ma offre gratuitamente una specifica riabilitazione nei centri di specializzazione, laddove necessiti, o a domicilio. Il tutto gratuitamente, visto che il progetto è completamente finanziato. Bergamo e i bergamaschi a causa del virus hanno sofferto molto e il progetto vuole attenuare il dolore nelle sue forme da acuto o cronico. Un team di medici specialisti sarà disponibile per rispondere telefonicamente a tutti i dubbi e alle problematiche collegate ai postumi da infezione da Covid-19.
Il progetto prende il nome da una vittima del Covid, l’ingegner Rocco Bettinelli, mancato nel marzo scorso in piena epidemia, la cui famiglia ha voluto che il lavoro del call center, organizzato dal Rotary, potesse continuare per essere di aiuto a tante famiglie. E così è nato Rocco, che è l’acronimo di Registry Of Coronavirus COmplications. Il progetto scientifico ha ricevuto il supporto del Servizio di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dell’Accademia internazionale Odontoiatria laser assistita con il patrocinio di Ats Bergamo, del Comune e della Provincia di Bergamo, dell’Ordine dei medici, dell’Ordine delle ostetriche, di Areu 118, Atb, Croce Rossa.
Lo studio, come detto, durerà un anno. Avrà la collaborazione del gruppo di ricerca Genos e permetterà, attraverso il prelievo del sangue, di valutare nuovi marcatori che possano, già all’inizio della malattia, indicare la gravità della malattia stessa e le sue complicanze a lungo termine. Sarebbe il primo studio mondiale di questo genere. Tutti i dati verranno raccolti e caricati in un Registro aperto così da creare una ricerca libera capace di recepire anche nuove proposte. I risultati di questo lavoro verranno poi presentati l’anno prossimo a Bergamo, in un congresso internazionale. Bergamo come epicentro italiano dell’epidemia, diventa una città capace di trasformarsi in un centro della scienza per una risposta clinica al Covid-19. Per aderire al progetto è sufficiente chiamare il numero telefonico 0284988498. Ulteriori informazioni si possono ottenere sul sito.