L'omicidio stradale sarà reato
L’omicidio stradale sarà un nuovo reato esplicitamente codificato. Renzi ci ha tenuto a sottolinearlo nell’intervista rilasciata a Il Centauro, rivista ufficiale dell’ASAPS (Associazione Amici della Polizia Stradale) che da tempo porta avanti una battaglia a favore dell’introduzione di questo reato nel codice penale. L’attuale Premier, già nel 2011, dimostrò la propria vicinanza al tema firmando la proposta di legge avanzata dal Comune di Firenze, di cui era allora Sindaco. Renzi ha definito un «dramma sociale» per il nostro Paese la piaga degli incidenti stradali, in particolare quelli causati da errori alla guida,
Un dramma sociale
Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e di invalidità permanente per i giovani sotto i trent’anni e ciò, oltre ad essere una triste realtà, incide fortemente anche sui bilanci dello Stato. Renzi ha sottolineato come le conseguenze degli incidenti rappresentino «un costo enorme per l’Italia, superiore a 30 miliardi di euro l’anno, cifra pari al 2% del PIL». Già a gennaio, l’allora ministro della Giustizia Cancellieri, aveva annunciato l’introduzione nel nostro ordinamento dell’omicidio stradale, ma le vicende politiche che si sono susseguite bloccarono ogni sviluppo al riguardo.
I numeri di una piaga sociale
Nel 2013 il numero di incidenti rilevati è calato da 82.385 del 2012 a 80.387 (2,4% in meno). Di questi, 1.616 sono stati incidenti in cui 1.791 persone hanno perso la vita. L’ASPAS ha invece reso noto il numero di persone morte a causa di pirati della strada negli ultimi sei anni, dal 2008 al 2013: 653. Ad essi vanno aggiunti i 4.943 feriti, conseguenza dei 4.168 incidenti riscontrati. Purtroppo non sempre il “pirata” viene identificato, anzi, solamente nel 65% dei casi si ottiene questo risultato. Il 26,4% delle persone identificate è risultata essere positiva all’alcol-test, ma questo è un dato sottostimato poiché non è possibile valutare l’eventuale stato di ebbrezza in coloro che sono stati fermati tempo dopo l’incidente. L’associazione ritiene dunque che gli incidenti stradali causati da pirati della strada siano stati nel 40%-50% dei casi causati dal consumo di alcol o stupefacenti. Nel solo mese di gennaio 2014 sono già stati rilevati 68 casi di pirateria stradale che si sono lasciati alle spalle ben 70 feriti e 13 morti.
I dubbi legali
Attualmente la fattispecie dell’omicidio stradale non è codificata, ma rientra nella macroipotesi dell’omicidio colposo, punito ai sensi dell’art. 589, secondo comma, del codice penale con la reclusione da due a sette anni, dieci se si considera l’aggravante del consumo di alcol o stupefacenti. Uno degli elementi centrali della nuova proposta è proprio l’inasprimento delle suddette pene ed un deciso accorciamento dell’iter processuale. L’attuale testo della proposta lascia però alcuni dubbi. Emilio Gironi, presidente aggiunto onorario alla Cassazione, ritiene che la configurazione legale dell’omicidio stradale porterebbe a più di una problematica. Gironi ritiene che il reato in questione andrebbe incontro ad una doppia dichiarazione d’incostituzionalità. La prima è legata al fatto che nel reato di omicidio stradale viene presunto che il responsabile accetti volontariamente il rischio di uccidere, mettendosi alla guida di un veicolo mentre è in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe e dunque la responsabilità penale non sarebbe più personale, come prevede l’articolo 27 della Costituzione, ma presunta; la seconda invece sarebbe legata all’inasprimento della pena, che verrebbe portata allo stesso livello di quella attualmente prevista per i responsabili di omicidio preterintenzionale ed in questo reato l’intenzione di far del male è oggettiva, non presunta come invece sarebbe nell’omicidio stradale e pertanto la Consulta potrebbe rilevare un secondo elemento di incostituzionalità. La strada verso il riconoscimento dell’omicidio stradale risulta essere ancora lunga dunque, nonostante tutte le buone premesse e le accorate promesse.