E Londra stavolta sceglie di reagire
Questa volta non è stata come le altre volte. Questa volta l’attentato che ha sconvolto il sabato sera londinese nella sua dinamica ha visto qualcosa di nuovo: la reazione delle persone. Nelle ricostruzioni successive al drammatico assalto sono emerse decine di dettagli che lasciano capire come, pur sorpresi, pur disarmati, i testimoni non sono rimasti a guardare. È un segnale importante, perché significa che in una città esposta come Londra, ciascuno sa che questo è rischio con cui fare i conti. Che è quasi una micro guerra urbana davanti alla quale bisogna farsi psicologicamente freddi e preparati. I fatti di sabato sera lo dimostrano: non si è trattato soltanto della reazione di qualche avamposto coraggioso che ha cercato eroicamente di fermare gli attentatori. È stata una reazione molto lucida da parte di quasi tutte le persone presenti sull’area vasta dell’assalto, che invece di restare prigionieri del panico hanno abbozzato una risposta e hanno così permesso alle forze di polizia di arrivare in otto minuti a circondare e poi uccidere gli attentatori.
Il primo a reagire, appena gli attentatori hanno lasciato il furgone oltre London Bridge, è stato un agente della British Transport Police, armato di solo manganello. Ha affrontato i tre armati di coltelli. Ne è uscito ferito, ma ha permesso a molti passanti di allontanarsi.
Altro personaggio destinato a restare nelle cronache di questo drammatico sabato 3 giugno è un fornaio rumeno. Si chiama Florin Morariu e lavora in un negozio all’interno di Borough Market, il mercato coperto molto trendy e sempre aperto che è un punto di ritrovo in particolare per migliaia di giovani. Quando ha capito quello che stava accadendo e ha visto uno degli attentatori passare davanti alle sue vetrine, ha preso la cassa e gliel’ha scaraventata contro ferendolo. Poi ha subito fatto entrare le persone nel suo locale e ha messo loro in mano ogni tipo di oggetto contundente: una foto su Facebook immortala questo esercito improvvisato ma pronto a dire la sua.
In un vicino ristorante su Stoney Street, un attentatore è invece entrato accoltellando una donna: è stato messo in fuga da una vera tempesta di bicchieri e di bottiglie partita da tutti i tavoli. Tra gli avventori c’era anche un italiano che lavora nel reparto terapia intensiva di un ospedale londinese, che ha immediatamente curato con competenza la ragazza rimasta colpita.
Non molto diversa la reazione di Feng Sushi, manager 23enne del locale Alex Nypels, un ristorante all’interno di Borough Market. Anche lui si è trovato faccia a faccia con gli attentatori: urlavano di là della porta di vetro che intanto aveva sbarrato. Ma Feng non è stato solo sulla difensiva: non sapendo quanto potesse durare l’assalto, ha messo nelle mani di ciascuno dei suo clienti uno dei coltelli da cucina del ristorante e li ha anche fatti scendere nel sottoscala per prudenza.
C’è poi la vicenda del tassista “eroe”, di cui si conosce solo il nome, Chris. Quando ha visto nello specchietto i tre scendere dal furgone armati di coltelli ha avvertito il suo cliente che avrebbe fatto inversione a U per cercare di investirli. Così ha fatto: ma l’attentatore è riuscito a schivare il suo taxi, mentre era inseguito da agenti armati da manganelli.