Luciano Muttoni, picchiato a morte per 50 euro nella sua casa di Valbrembo
I due giovani arrestati avrebbero agito sotto effetto di droghe. Hanno confessato il delitto

I due giovani che hanno pestato a morte il 58enne Luciano Muttoni, trovato morto domenica 9 marzo nella sua casa di Valbrembo, avrebbero agito sotto effetto di droghe e per un bottino di appena 50 euro.
La confessione del 25enne
A confessare il delitto è stato Francesco De Simone, 25enne di Bergamo con precedenti penali, mentre il suo complice 24enne Mario Vetere, di origini polacche, vive in provincia di Monza e fa l’aiuto educatore in una comunità. Muttoni avrebbe reagito a un tentativo di rapina finito male.
De Simone ha anche dato ai militari indicazioni utili al ritrovamento del suo giubbotto macchiato di sangue, di alcuni documenti sottratti alla vittima e soprattutto dell'arma del delitto: una pistola scacciacani, con cui il 58enne sarebbe stato colpito più volte sulla testa la sera di venerdì 7 marzo. Ma sono stati anche pugni e calci – sferrati soprattutto dal 25enne, mentre il complice pare abbia avuto un ruolo meno attivo - a causare le ferite mortali.

Colpo pianificato
De Simone si era messo in testa che ci fossero tanti soldi nella casa di quell’affittacamere che, in realtà, ogni mese andava a ritirare il pacco alimentare alla Caritas parrocchiale di Ossanesga. Così ha cercato un complice. I due, di fatto senza fissa dimora, hanno ammesso di aver agito sotto effetto di sostanze stupefacenti. Erano arrivati a Valbrembo a piedi, scesi dal treno a Ponte San Pietro.
La fuga
Sono fuggiti con la Volkswagen Golf della vittima. Dopo essere stato prelevato nella comunità terapeutica in provincia di Monza dove lavora come aiuto educatore, Vetere avrebbe fornito una versione dei fatti concordante con quella dell’italiano.
Magro bottino
Gli aggressori cercavano soldi, ma Muttoni aveva solo 50 euro in contanti. Hanno portato via anche telefono e carte di credito, ma hanno gettati poco dopo nei campi e nei boschi tra i Comuni di Valbrembo e Solza, insieme all’arma del delitto.
L’auto fermata sabato
Sabato De Simone era stato fermato a Sovico alla guida della Golf grigia del 58enne, con a bordo tre amici della zona: si vantava dell’auto e li voleva portare a bere qualcosa. Il giovane aveva spiegato ai carabinieri di aver trovato l’auto, non di sua proprietà , «alla stazione di Bergamo con le chiavi nel cruscotto e l’ho presa». Risposta che ha valso a lui e ai tre amici l’accusa di ricettazione della vettura, che è stata sequestrata. La domenica i carabinieri avrebbero contattato Muttoni per riferirgli del ritrovamento della sua vettura, ma ovviamente non hanno ottenuto nessuna risposta.
Le immagini video
Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona hanno accertato che a uccidere Muttoni è stato l'uomo alla guida del veicolo sequestrato, con un complice. I due giovani sono ora in carcere a Bergamo.
Non potendo ripristinare la pena di morte che buttino la chiave della cella e li lascino marcire in carcere, senza cibo e cure. Meritano solo quello. E invece fra 15 anni saranno fuori. Questa non è giustizia.