L'ultimo abbraccio degli ex alunni a Eugenio Vandelli, prof da 10 e lode di Azzano
Tra i più stimati delle scuole medie, è mancato a 80 anni. I ragazzi della 3ª E 1983-84 gli hanno donato una bella targa, un mese fa. E quella pizzata rimandata a novembre per motivi di salute
di Laura Ceresoli
«Al mitico professor Vandelli. Il tuo cuore è rimasto impresso nei nostri ricordi più belli. A te diamo 10 e lode». Con questa scritta, incisa su un'elegante targa ricordo argentata, gli ex studenti della classe terza E dell’anno scolastico 1983-84 hanno voluto rendere omaggio a uno degli insegnanti più stimati delle scuole medie di Azzano San Paolo. Un regalo speciale che avrebbe dovuto finire nelle mani del docente già lo scorso novembre, a coronamento di una pizzata in compagnia. Ma all'ultimo momento, Eugenio Vandelli aveva preferito rimandare la cena alla prossima primavera per motivi di salute. Il destino, però, non ha saputo attendere.
Il prof se n'è andato la scorsa settimana all'età di 80 anni. Ma la targa è giunta comunque a destinazione, come racconta Giambattista, un ex allievo della terza E : «Io lavoro a Redona, in un'officina situata a pochi passi dall’abitazione del professore e della moglie. Così un mesetto fa, Vandelli è passato da me e sono riuscito a consegnargli questa targa realizzata a nome di tutta la sezione ed è stato felicissimo. Si sentiva in debito, voleva ricambiare con una cena e aveva promesso che ci saremmo visti tra un paio di mesi, ma purtroppo non sarà più possibile... È stato lucido fino all'ultimo momento, brillante, con lui si poteva parlare di tutto. Al funerale ho incontrato i suoi vicini di casa e ho capito quanto fosse amato anche da loro. Era una persona professionale, umana, sempre allegro, con la battuta pronta. Aiutava chi aveva bisogno. Sapeva tirare fuori il meglio da ognuno di noi. Ricordo che nel 1985 eravamo andati insieme allo stadio a vedere la partita dell'Atalanta contro il Modena (sua città d'origine) ed era finita 1 a 1».
Dispiaciuta anche Rosalba Norma Ferrari che ha avuto l’idea di realizzare la targa: «Pur vivendo a Bergamo, Vandelli continuava a frequentare Azzano anche dopo la pensione, soprattutto per andare in banca. Spesso incontrava qualche mamma del paese che si rivolgeva a lui in dialetto orobico ma lui, che era originario di Modena e si era laureato in Fisica all'Università di Pisa, fingeva di capire, sorridendo e annuendo, nel tentativo di evitare gaffe. Lui amava la musica classica e, siccome io ho frequentato il conservatorio, anni fa era venuto a trovarmi per ascoltarmi mentre suonavo il pianoforte. Un giorno mi aveva confidato che non pensava di diventare insegnante, invece poi, quando l’hanno chiamato a Bergamo per prestare servizio all'istituto Calvi, ha capito che quella era la sua strada. Quando me lo aveva raccontato, aveva detto scherzando che il nome della scuola era il preludio alla sua incipiente calvizie: era molto autoironico. Poi ha accettato la cattedra ad Azzano, dove è rimasto per moltissimi anni. Era un bravissimo prof, sapeva come farci amare la matematica e le scienze. Proprio il Natale passato, visto che era da tempo che non lo vedevamo, ho cercato di organizzare una rimpatriata con i suoi ex allievi. Quando all'ultimo momento Vandelli ha rimandato l’appuntamento, ero rimasta un po' male perché volevo assolutamente che ricevesse la nostra targa per fargli capire quanto lo stimavamo. Per fortuna Tita è riuscito a consegnarla al prof ed è stata una grande emozione».
Con quella sua sottile ironia e la battuta sempre pronta, Vandelli sapeva stemperare l’ansia di un’interrogazione o la tensione di un compito in classe. All'intervallo, amava chiacchierare amichevolmente con i suoi ragazzi. Lo faceva col fare di un padre affettuoso, sebbene lui e la moglie non ebbero mai figli.