Maltempo, colpiti soprattutto vigneti e ulivi: «In alcuni casi danni del 90 per cento»
L’ondata straordinaria di maltempo e le violente grandinate che si sono abbattute sulla Bergamasca nel corso del fine settimana hanno colpito duramente il settore dell’agricoltura. A farne le spese sono stati soprattutto i territori della Val Cavallina e dell’Alto Sebino, ma le forti precipitazioni e raffiche di vento non hanno risparmiato neanche le Valli Seriana e Brembana, oltre che la Valle Imagna.
Ad uscirne letteralmente a pezzi, secondo un primo monitoraggio condotto dalla Coldiretti Bergamo, sono le aziende agricole dell’Alto Sebino che si occupano della coltivazione degli ulivi, le quali vedranno il proprio raccolto decimato: una prima stima parla, in alcuni casi, di circa il 90 per cento di danni. «A Berzo San Fermo – spiega Coldiretti Bergamo - una violenta grandinata ha colpito una porzione del territorio causando, a pochi giorni dalla vendemmia, danni nei vigneti per circa il 60-70%. L’azienda agricola di Vescovi Matteo si è trovata al centro di una tempesta di grandine che ha completamente distrutto la coltivazione di more e lamponi, bucato i tetti e demolito le serre. I prati pronti per il terzo taglio di fieno sono stati rasati a zero e il foraggio è andato completamente perso».
Si contano danni anche in Valle Brembana. Le precipitazioni hanno fatto nuovamente crollare i terrazzamenti della carciofaia dell’azienda agricola Della Fara, mentre è ancora isolata l’azienda agricola di Tiraboschi Angelo, in zona di Piè Bracca a Oltre il Colle. Dovrebbero iniziare oggi (lunedì 31 agosto) i lavori per il ripristino della strada interrotta da una frana che si è verificata sabato scorso e che è peggiorata con il maltempo di ieri.
«Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude Coldiretti Bergamo – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».