Mascherine Ffp2 false a medici e infermieri: ritiri anche a Bergamo e provincia
Erano state importante dalla Cina e avevano un potere filtrante dieci volte inferiore a quello indicato. L'indagine è partita da Gorizia e si è estesa anche negli ospedali della Bergamasca. I falsi dpi sarebbero circa 250 milioni
«Medical use prohibited». Qualche domanda se l'erano fatta, negli ospedali e nelle strutture sanitarie, quando avevano letto questa frase sulle confezioni delle mascherine che gli erano state consegnate. «Vietate per l'uso medico»: ma allora medici e infermieri che cosa se ne dovevano fare?
Ieri (martedì 13 aprile) sono state ritirate in provincia di Bergamo, più nello specifico alla Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, alla Asst Bergamo Ovest di Treviglio e alla Asst Bergamo Est di Seriate, lotti di mascherine del tipo Ffp2 importate dalla Cina che in realtà non avevano alcuna proprietà filtrante contro il Covid. Il ritiro è avvenuto a seguito della disposizione della direzione generale Welfare di Regione Lombardia del 7 aprile e oggi, mercoledì 14 aprile, le mascherine saranno stoccate nel magazzino-hub da cui erano partite, in attesa di decidere cosa farne.
Tutto era iniziato il 30 marzo a Gorizia, quando la Procura aveva ordinato il sequestro di 60 milioni di dispositivi dopo segnalazioni di sanitari che denunciavano dispositivi "taroccati" e che poi si è scoperto avere un potere filtrante dieci volte inferiore a quello indicato. Mascherine acquistate da fornitori accreditati da Invitalia, gestita dall'ex commissario nazionale all'emergenza Covid Domenico Arcuri e impiegate in centri sanitari, Rsa e strutture mediche di tutto il Paese.
Si sospettava che il caso non si sarebbe fermato solo a Gorizia, e infatti ecco il ritiro avvenuto in provincia di Bergamo. Attualmente, l'ipotesi di reato su cui indaga il Procuratore Capo di Gorizia Massimo Lia, è quella di frode in pubbliche forniture e sarebbero circa 250 milioni i falsi dpi.
Nel frattempo, le varie regioni d'Italia si stanno muovendo per rintracciare e ritirare il prima possibile tutti i lotti incriminati, evitando che vengano impiegati nella falsa convinzione che possano costituire una protezione dal virus.