Le unioni miste non sono una rarità

Sposi a Tel Aviv tra fiori e urla di protesta

Sposi a Tel Aviv tra fiori e urla di protesta
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La popolazione di Jaffa, sobborgo di Tel Aviv, è costituita da arabi ed ebrei. Per la popolazione locale, le unioni miste non sono una rarità, né uno scandalo. Il matrimonio è stato celebrato tra Mohamud Mansur, musulmano di 26 anni, e Moral Malca, ebrea di 23 anni che si è convertita all’Islam due giorni prima delle nozze. In Israele, infatti, non esistono unioni civili. La cerimonia è stata accompagnata da gioia ed esultanza, ma ha anche suscitato aspre proteste da parte di Lehava, un gruppo della destra ebraica. Fondato con l’obiettivo di opporsi ai matrimoni misti ha colto l’occasione fornita dalle nozze dei due giovani per manifestare contro gli “arabi”.

Il permesso di manifestare è stato dato dalla Corte israeliana, con l’obbligo di mantenersi a 200 metri di distanza dalla sala di ricevimento. La stessa Corte ha messo a disposizione della coppia degli agenti in assetto di antisommossa, i quali hanno arrestato sei dei manifestanti. Il resto dei festeggiamenti si è svolto sotto l’occhio vigile di 33 guardie del corpo.

 

 

I sostenitori di Lehava non sono stati gli unici ad opporsi all’unione. Il padre della sposa ha infatti ripudiato la figlia, per la quale avrebbe desiderato un matrimonio celebrato secondo il rito ebraico.

Il padre dello sposo ha commentato: «Lasciate che ciascuno faccia le proprie scelte», aggiungendo che «se la coppia avrà figli questi saranno musulmani, come prevede la nostra religione». Gli ebrei ultraortodossi non sono d’accordo. Secondo il loro punto di vista, i figli saranno ebrei, perché figli di madre ebrea – nonostante la conversione. Il politico Ben-Ari: «Dicono che siamo razzisti – ipotizziamo che una donna araba sposi un ebreo in questa sala … e vedremo chi è razzista». Si riferiva al fatto che una donna musulmana che sposa un ebreo può essere uccisa. Ben-Ari ha inoltre ricordato che «in quasi tutti i casi di matrimonio misto, è la donna a essere ebrea» e che l’ex primo ministro Golda Meir, «un primo ministro del partito laburista, una rappresentante della sinistra, quando ha parlato dell’assimilazione (religiosa, ndr) ha detto che chiunque contragga matrimoni misti si unisce ai sei milioni di ebrei uccisi durante l’Olocausto. Ha visto in quanto sta accadendo una continuazione del lavoro di Hitler». Israele prende estremamente sul serio la questione delle unioni interreligiose e le reputa più pericolose degli attacchi sferrate di Hamas.

 

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Al di fuori e al di sopra dei due opposti gruppi, giunge la voce del presidente Reuven Rivlin: «Mahmud e Morel hanno deciso di sposarsi e di esercitare la propria libertà in un paese democratico. Nessuno è obbligato a condividere con loro la felicità, ma tutti devono rispettarlo».

Nonostante le polemiche, i giovani che sono stati soprannominati dalla stampa i Romeo e Giulietta del Medioriente hanno festeggiato il loro matrimonio, scongiurando lo spettro evocato dal parallelo letterario. Felicemente.

 

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