L'operazione

Maxi blitz contro la 'Ndrangheta, arresti anche a Bergamo e Brescia

Il gruppo era comandato dalla cosca Bellocco, che ha sede operativa a Rosarno in provincia di Reggio Calabria

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Una serie di arresti ha avuto luogo nella mattinata di oggi, martedì 13 dicembre, nelle province di Bergamo e Brescia nei confronti di 13 soggetti, accusati a vario titolo di reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ed associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e in materia di lavoro.

L'operazione è parte di un maxi blitz contro la ‘Ndrangheta di carabinieri e Guardia di Finanza: sono altri 66 gli arresti effettuati a Gioia Tauro, Reggio Calabria.

Gli arresti a Bergamo e Brescia

Le misure cautelari sono state attuate, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, dal Ros dei carabinieri, insieme al Servizio centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata e al Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza. Gli individui interessati dai provvedimenti sarebbero legati, in maniera diretta o indiretta, alla cosca della ‘Ndrangheta dei Bellocco, che aveva i suoi vertici a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria.

Gli arrestati sono destinatari, tra l’altro, di un sequestro preventivo dei beni e delle disponibilità finanziarie per un totale di quattro milioni di euro, in quanto ritenuti profitto dei reati riguardanti imposte sul reddito e Iva. Il risultato è arrivato dopo un’articolata attività investigativa, condotta dal Ros, partita nel 2018, che sulla scia di quanto già accertato nell’indagine denominata «‘Nduja» del 2005 ha confermato le attività della cosca, legate all’infiltrazione dell’economia legale, nelle province di Brescia e Bergamo.

Le attività di polizia giudiziaria sono state estese nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Varese, Monza Brianza, Roma, Chieti, Reggio Calabria e Siracusa, dove sono in corso numerose perquisizioni con unità cinofile specializzate nella ricerca e nel sequestro di valuta (“cash dog”) della Guardia di Finanza.

Gli arresti in Calabria

In territorio calabrese i carabinieri di Gioia Tauro, su ordine della procura reggina, hanno arrestato 66 soggetti (47 si trovano in carcere, 16 agli arresti domiciliari e 2 sono sottoposti all’obbligo di dimora), ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il provvedimento dell’autorità giudiziaria ha determinato, in aggiunta, il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive, il cui valore complessivo è di 700 mila euro.

I vertici dell’organizzazione

Le attività investigative hanno permesso di individuare nella figura di Umberto Bellocco, classe ‘83, già condannato in via definitiva nel 2009 per associazione mafiosa nell’ambito di quell’indagine e nipote dell’omonimo storico capo della cosca rosarnese deceduto nel 2022, il capo dell’organizzazione criminale. Nonostante sia detenuto, infatti, avrebbe continuato a dirigere le attività illecite della consorteria dando direttive ai propri familiari. I delitti tributari e per somministrazione fraudolenta di manodopera sarebbero stati commessi attraverso un articolato circuito di società cartiere, utilizzate per emettere fatture per operazioni inesistenti, ricostruito dalla Guardia di Finanza.

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