All'hub di Dalmine

Medico sospeso dall'Ats: «Faceva finti vaccini». Lui: «Clima da caccia alle streghe»

Il dottore in servizio al centro di Dalmine è stato per il momento escluso dai turni. Ancora in corso gli accertamenti dei Nas

Medico sospeso dall'Ats: «Faceva finti vaccini». Lui: «Clima da caccia alle streghe»
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Va avanti la vicenda del medico, in servizio all'hub di Dalmine, segnalato all'Ats Bergamo con l'accusa di aver effettuato false vaccinazioni al suo box, assecondando un gruppo di no-vax per fargli comunque ottenere il green pass.

Si incomincia a saperne di più dopo che l'Asst Bergamo Ovest, a seguito del riferimento di un «comportamento anomalo» presso il centro vaccinale e il rinvenimento tra i rifiuti di una fiala di vaccino ancora intatta, aveva deciso di escludere in via precauzionale la persona dalle attività di somministrazione, riportando al tempo stesso una possibile situazione critica al Nucleo antisofisticazione e sanità. Per il momento si è ancora agli accertamenti preliminari e – importante specificarlo- in Procura non è stato aperto alcun fascicolo.

Bisogna però andare con ordine: innanzitutto, il dottore (ex direttore sanitario del carcere di Bergamo) avrebbe iniziato il suo servizio all'hub di Dalmine a maggio. A ridosso del 15 ottobre, data fatidica per lo scatto del certificato verde "severo", ovvero esteso ai luoghi di lavoro, viene notato un gruppetto di individui vicino al box in cui si trova a lavorare. Il medico ha voluto vaccinarli di persona, svolgendo l'attività di inoculazione che di routine dovrebbe invece spettare all'infermiere che lo accompagna. Un comportamento che certi testimoni hanno considerato sospetto, accompagnato dal rinvenimento di una fiala di vaccino, per la precisione Johnson&Johnson, buttata tra i rifiuti e la scomparsa di una siringa.

Secondo quanto riportato già da noi qualche settimana fa, il sospetto era che al posto del farmaco fosse stata somministrata una semplice soluzione fisiologica a dei soggetti che, in questo modo, pensavano di fare i furbi eludendo la legge in vigore.

Adesso, secondo quanto riportato oggi (martedì 26 ottobre) dal Corriere Bergamo, sarebbe al vaglio anche un'altra ipotesi, secondo cui la soluzione non ci sarebbe stata, semplicemente questi non avrebbero ricevuto il farmaco. Inoltre il sanitario sarebbe stato sospeso dall'attività vaccinale.

Ma lui nega una ricostruzione di questo tipo e, raggiunto dalla stessa testata, si è dichiarato «pro-vax» e ha voluto commentare l'episodio: «È nato tutto dal fatto che mancava questa iniezione, non risultava a sistema e l’ho fatto presente. Io credo che si tratti di un errore – ha spiegato il medico -. Stavamo somministrando il Johnson&Johnson. A volte, in una fiala ci sono 10 dosi e mezza, penso che non sia stata registrata la mezza in più che è stata fatta» .

Riguardo alla fiala buttata via integra nella spazzatura ha affermato: «Non ne so nulla. So solo che ci hanno radunato tutti e ci hanno informato che era stata ritrovata». Infine sul sospetto generato dall'aver effettuato delle iniezioni di persona, ha ammesso di averlo fatto, ma per alleggerire il lavoro agli altri con cui lavorava: «È capitato che dicessi alle infermiere che ci pensavo io, ma per dare una mano. Si sta facendo un processo alle streghe per una cosa inesistente».

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